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Il Movimento Lilla in piazza per denunciare l’epidemia silenziosa dei disturbi del comportamento alimentare: “Oltre 3.500 morti all’anno in Italia”

Le parole dell'ideatore della giornata del Fiocchetto Lilla al FattoQuotidiano.it: "A distanza di due anni siamo ancora al punto di prima, quello che è cambiato è solo l'aumento esponenziale di queste malattie, che riguardano sempre più i giovani. L'offerta di cura è sempre la stessa, se non diminuita"

di Paolo Aruffo

Il Movimento Lilla – movimento nato nel 2021 che coinvolge giovani, adulti, famiglie e tutti coloro che conoscono da vicino i disturbi del comportamento alimentare (DCA) – scende nuovamente in piazza, chiedendo che queste patologie vengano finalmente inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.) come malattie a se stanti, dunque con un budget autonomo e un obbligo per ogni regione di dotarsi di tutti i livelli di cura. La manifestazione, la seconda di cui il Movimento è portabandiera, avrà luogo il 9 novembre 2023, dalle ore 14:00, presso Piazza Castellani, nei pressi del Ministero della Salute, a Roma.

“Scendiamo nuovamente in piazza, come già fatto ad ottobre 2021, sotto al Ministero della Salute. A fine anno, nella legge di bilancio venne fatto un emendamento ad hoc ma poi non è seguito un decreto attuativo“, ha raccontato al FattoQuotidiano.it Stefano Tavilla, fondatore della fondazione Fiocchetto Lilla e ideatore della giornata che porta lo stesso nome. Quindi ha aggiunto: “A distanza di due anni siamo ancora al punto di prima, quello che è cambiato è solo l’aumento esponenziale di queste malattie, che riguardano sempre più i giovani. L’offerta di cura è sempre la stessa, se non diminuita. Perché chiediamo lo scorporo dalle malattie mentali? Certamente queste malattie hanno delle caratteristiche di malattie mentali, è vero, ma lo chiediamo perché sono malattie complesse che hanno bisogno di risorse dedicate ed uniformi su tutto il territorio italiano. Bisogna interrompere quella migrazione in cerca di cure e quel fenomeno di liste d’attesa che porta alla morte. L’unico dato certo e certificato che abbiamo sono gli oltre 3.500 decessi annui“. Infine ha concluso: “Negli ultimi report del Ministero della Salute sulla salute mentale (quello di ottobre 2023, con i dati che si riferiscono all’anno precedente, ndr) queste malattie non vengono mai citate. Anzi i dati forniti sono totalmente in controtendenza rispetto a quelli del disturbo del comportamento alimentare. Se non veniamo considerati ne chiediamo, a maggior ragione, l’uscita”.

Attraverso un comunicato stampa, il Movimento Lilla fa sapere dunque di voler alzare la voce e chiedere un cambiamento concreto. La richiesta è chiara: i disturbi alimentari devono avere un budget autonomo nei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A). Questo permetterebbe ad ogni Regione di garantire i livelli essenziali di cura, consentendo alle persone di ricevere supporto senza dover intraprendere lunghi viaggi in tutta Italia. Le liste d’attesa sono solo un altro problema che ritarda la possibilità di ricevere una diagnosi e quindi l’accesso alle cure: si parla di tempistiche da otto mesi fino ad un anno per l’ambulatorio DCA, tre o quattro mesi per il centro diurno e per la residenza. Un tema allarmante perché iniziare un trattamento in modo tempestivo aumenta la probabilità di un esito positivo, mentre è proprio il tardivo riconoscimento della malattia uno dei maggiori ostacoli nella cura dei disturbi alimentari: il ritardo nella diagnosi influenza infatti gravemente l’evoluzione del disturbo. I disturbi del comportamento alimentare sono un’epidemia silenziosa, non perché incurabile ma perché chi ne soffre è una categoria “fragile”, composta da persone che vivono un dramma aggravato da stigma e indifferenza. Il 9 novembre a Roma il Movimento Lilla vuole combattere questo silenzio assordante invitando tutte le persone interessate a unirsi a questa battaglia, dando voce a chi, in questo momento, non ha la possibilità di farlo. Per questo è importante parlarne. Sempre.

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