Il sistema di prima accoglienza è ad oggi irrealizzato e al forte aumento del numero di minori non accompagnati che arrivano non è corrisposto un adeguato incremento del numero di posti disponibili in strutture adeguate. La denuncia arriva dalle Regioni, nell’audizione del comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen. I minori accolti in strutture di prima accoglienza sono solo 1 su 5, e in alcuni casi, a causa della mancanza di posti in strutture d’accoglienza, vengono messi in lista d’attesa e restano del tutto privi di accoglienza.

“La realtà del collocamento dei minori in struttura – ha detto la coordinatrice della commissione immigrazione della Conferenza, Nunzia Albano – non si basa su un unico sistema, bensì su un insieme poco coordinato di tipologie diverse di luoghi di accoglienza, con effetti visibili di difficoltà gestionale a carico delle istituzioni”. “Accanto a centri di prima accoglienza efficienti, a fruttuose collaborazioni tra istituzioni ed enti non profit – ha spiegato la coordinatrice – si trovano situazioni che vedono minori collocati in modo del tutto inadeguato anche a causa dell’inosservanza degli standard qualitativi previsti per legge”.

Al 30 settembre 2023, risultavano presenti in Italia 23.531 minori stranieri non accompagnati, dato in forte aumento rispetto allo stesso periodo di rilevazione del 2022 (18.801) e del 2021 (9.661). L’incremento è in larga parte attribuibile all’arrivo sul territorio italiano di un ampio numero di minori provenienti dall’Ucraina. Oltre all’Ucraina, i principali Paesi di provenienza sono l’Egitto, la Tunisia, la Guinea e il Gambia.

I minori stranieri non accompagnati in Italia sono in prevalenza maschi (88,6%), e la Regione che ne accoglie il maggior numero si conferma essere la Sicilia, con un aumento significativo rispetto al 2022 (3.833) . Le altre Regioni registrano sostanzialmente una presenza stabile in termini numerici: la Lombardia seconda Regione per numero di presenze (2.837, pari al 12,1%), l’Emilia-Romagna (1.898, pari al 8%) e la Campania (1.539, pari al 6,5%).

“Con riferimento all’età – ha spiegato l’assessore della Regione Sicilia – il 41,3% ha 17 anni, il 24,9% ha 16 anni, l’11,1% ha 15 anni e il 22,7% ha meno di 15 anni. Nella maggioranza dei casi si tratta di adolescenti di genere maschile di un’età compresa tra i 16 e i 17 anni. È oramai consolidato che l’arrivo in Italia di minori di cittadinanza ucraina ha determinato, tuttavia, un abbassamento dell’età media”. Ad oggi molte strutture non rispettano gli standard di legge e in molti casi si tratta di situazioni precarie, in cui permangono anche adulti (ad esempio hotspot o alberghi), e circa il 23% dei minori presenti in Italia deve trovare ospitalità presso soggetti privati.

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