Accordo ufficiale tra i Socialisti spagnoli e gli indipendentisti catalani di Junts. Così, il nuovo governo Sanchez nascerà la prossima settimana dopo mesi di trattative con Sumar, Esquerra Republicana de Catalunya (ERC), e le formazioni indipendentiste basche EH Bildu e PNV, galiziane e catalane. Il tassello più delicato era quello con Junts per Catalunya, il partito guidato dall’ex presidente della Generalitat accusato, assieme ad altri 11 indipendentisti e indipendentiste (tra cui un giornalista de La Directa) di terrorismo. L’accordo con i vertici di Junts è stato trovato a Bruxelles attorno alla questione della legge sull’amnistia. Il giuramento di Sanchez potrebbe già avvenire nelle prossime ore, si sta solo aspettando che anche il Partito Nazionale Basco (PNV) sciolga le ultime riserve.

L’accordo con l’ala indipendentista catalana era nell’aria, ma l’azione della magistratura spagnola con l’apertura di un processo per terrorismo contro i vertici di Junts e ERC per i moti del 2019 ha reso più difficili le ultime ore di trattativa. Il segretario generale di Junts, Jordi Turull, e il numero tre del Psoe, Santos Cerdán, hanno trovato l’accordo, forse uno tra i più complicati e delicati della lunga storia del partito socialista spagnolo e probabilmente una delle più importanti scelte politiche del Paese negli ultimi decenni. Lo stesso Cerdán e l’ex presidente della Catalogna Puigdemont, fuggito dalla giustizia spagnola, si sono presentati davanti alle telecamere per spiegare quanto definito. “La legge sull’amnistia è concordata. Ora devono vederlo i diversi partiti politici”, ha detto Santos Cerdán garantendo però che sarà da tutti sostenuta. Dopo l’investitura di Sanchez la legge sull’amnistia sarà presentata, probabilmente, già settimana prossima.

L’accordo di governo ad oggi prevede la riduzione della settimana lavorativa da 40 a 37 ore e mezza (senza riduzione di retribuzione). La riduzione sarà graduale e si arriverà alle 37,5 ore solo nel 2025, mentre nel 2024 saranno 38,5. L’accordo prevede anche l’implementazione di politiche di crescita occupazionale soprattutto per combattere la piaga della disoccupazione giovanile e la precarietà, il rafforzamento del sistema sanitario pubblico, la stesura di una nuova e più attenta legge ecologista per rallentare il cambiamento climatico, l’estensione del congedo di maternità e paternità a 20 settimane e della sua retribuzione, l’universalizzazione dell’istruzione da 0 a 3 anni, con la garanzia che entro la fine del mandato l’accesso all’istruzione pubblica per i bambini e le bambine di due anni sarà per tutti e tutte, e una riforma fiscale equa che obblighi le banche e le grandi aziende energetiche a contribuire alla spesa pubblica, ma anche un condono per i debiti contratti della regioni autonome con lo Stato tanto che nel testo d’accordo si legge: “Sarà elaborata una modifica giuridica di portata generale per tutte le Comunità Autonome del regime comune che consenta l’assunzione da parte dello Stato di parte del debito regionale con esso, causato dall’impatto negativo del ciclo economico”.

Questo punto è stato molto criticato dalla destra spagnola, parimenti all’amnistia, perché a loro dire vede un nuovo e sostanzioso favore verso la Catalogna e i movimenti indipendentisti, visto che la regione è la più indebitata del Paese. Yolanda Diaz, leader di Sumar, ha commentato così l’accordo raggiunto con Junts: “Il 23 giugno abbiamo detto che avremmo avuto un governo di coalizione progressista. Sono stati mesi difficili, ma la serenità e la convivenza hanno prevalso sul rumore e sull’odio. Continueremo ad avanzare sulla via del progresso sociale. Più diritti, più futuro.”

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