Sono ancora decine le famiglie che si trovano ancora nel nord della Striscia e a Gaza City e che non si sono spostate a sud. Le condizioni per loro sono sempre più drammatiche, con raid a tappeto e difficoltà sempre maggiori a trovare cibo e acqua. “Ci sono decine di bombardamenti, ogni volta trema tutto l’edificio, come se ci fosse un terremoto” racconta Alhasan, operatore di Oxfam nella Striscia. “Non c’è più cibo in scatola. E per avere dell’acqua potabile ci sono file di 3 o 4 ore“.
L’organizzazione ha rinnovato l’appello per un cessare il fuoco e ha denunciato il fallimento del summit di Parigi sugli aiuti alla popolazione di Gaza. “Sebbene gli sforzi diplomatici del presidente francese Macron per aiutare i civili palestinesi siano da apprezzare, i risultati della conferenza sono deludenti. La mancanza di un forte appello per un immediato cessate il fuoco, mina lo scopo stesso di questo incontro, riducendolo a un mero gesto simbolico – sottolinea Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Bisogna salvare la vita dei civili e intervenire con gli aiuti quanto prima possibile. Aiuti che al momento è pressoché impossibile distribuire per via degli intensi bombardamenti e delle vie di comunicazione interrotte”
Il racconto di Alhasan fa parte di una serie di testimonianze giornaliere degli operatori e dei manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto
LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco.
Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al Governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/