Non si placano le polemiche attorno alla intervista di Nunzia De Girolamo, nella puntata del 31 ottobre di “Avanti Popolo”, alla giovanissima Asia, vittima dello stupro avvenuto a Palermo la scorsa estate. “Spettacolarizzazione del dolore”, queste le accuse più ricorrenti contro quella puntata e la gestione dell’intervista stessa da parte del sindacato dei giornalisti Rai, della commissione Pari Opportunità di viale Mazzini e di una raccolta firme di attiviste, giornaliste e intellettuali indirizzata alla presidente Rai Marinella Soldi e al presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bortoli.
La presidente ha così replicato alla missiva: “Il dibattito aperto e il confronto con i cittadini utenti sono la linfa che alimenta, in ogni Paese, la salute dei media di servizio pubblico. È noto che le scelte editoriali non attengono al ruolo di Presidente, ma ci sono casi in cui una riflessione è opportuna, perché riguarda i valori e il ruolo del servizio pubblico. La violenza di genere è una piaga della nostra società, un argomento sensibile che i media devono trattare con particolare accortezza e professionalità, nell’intento di promuovere una cultura del rispetto e contribuire ad una riduzione del fenomeno”.
E ancora: “La trasmissione Avanti popolo è un prodotto di infotainment, che si rivolge a una platea popolare e che guarda anche al mondo social. Il 31 ottobre ha scelto di ospitare la giovane, seppur maggiorenne, vittima dello stupro di gruppo di Palermo – afferma la presidente -. La puntata, come reso noto, è stata preparata a lungo, coinvolgendo anche una psicologa, ed è stata realizzata con passione dalla redazione e dalla conduttrice. Nell’insieme dell’offerta Rai gli spazi in cui si parla di violenza di genere sono numerosi e diversificati: spazi di informazione, ma anche di intrattenimento e fiction. Registri diversi che devono però avere al centro il rispetto, sia delle vittime, sia del pubblico”.
Poi si entra nel merito della questione: “La puntata di Avanti popolo presenta aspetti controversi: policy e Contratto di Servizio indicano una maggiore cautela su temi così delicati. È pur vero che la tv oggi si muove in un contesto più che mai sfaccettato, in cui i social media rompono vecchi equilibri di comunicazione e rappresentazione. Al di là della singola scelta editoriale, abbiamo bisogno di un dibattito nuovo e ampio per servire la causa delle donne e del servizio pubblico”.
Rimane ferma sulla sua posizione la conduttrice Nunzia De Girolamo: “Sono stupita da questo maschilismo latente, che induce alcune donne a dire a una vittima di non parlare, di non metterci la faccia e addirittura di nascondersi. Ho incontrato Asia qualche giorno prima della nostra intervista. Ore ed ore a cuore aperto, tra emozioni e dolore, sorrisi e paure. È così che mi ha raccontato la sua difficile vita. Gli abusi, le mancanze, le sfortune, le violenze, la fragilità, ma anche la forza di non arrendersi. Molte cose sono rimaste in quella stanza. Ed anche se lei me lo avesse chiesto, non le avrei mai rese pubbliche”.