La Sardegna è sempre stata una culla per le novità politiche e per la sorte dei vari segretari del Partito Democratico. A breve si voterà per le Regionali (febbraio o marzo 2024) e le coalizioni iniziano a prendere forma. O quantomeno una parvenza.

Da circa un anno circolava con certezza che il candidato per la Presidenza della Regione Sardegna nel campo del centro-sinistra (concetto ormai privo di reale senso) fosse Alessandra Todde, Vice Presidente del Movimento 5 Stelle. Non tanto per la sua grande notorietà in Sardegna ma per un accordo romano fra Giuseppe Conte e la segretaria del Pd, Elly Schlein. Una sorta di regalo di riconoscenza verso i grillini della Schlein, eletta alle primarie non certo coi voti dei tesserati.

Naturalmente – ritengo – i vertici regionali del Pd hanno cercato di negare questo accordo mentendo spudoratamente non solo ai vari partiti che avrebbero dovuto sedersi al tavolo della nascitura coalizione ma soprattutto a tutti i sardi. Una tracotanza incredibile che come tutte le cose ma per di più le bugie si scontrano con la realtà. Il Pd, nato con una vocazione maggioritaria e con al suo interno diverse anime riformiste e moderate, è ormai un lontano ricordo completamente sbiadito. E’ praticamente diventato l’ossimoro di se stesso.

In Sardegna, come sempre accaduto nella storia politica italiana, siamo all’atto finale della storia del Pd nazionale e del suo segretario. Un partito che, contro le sue regole, scelta del suo candidato attraverso le primarie, ha completamente svenduto la sua anima anche di indipendenza e autonomia nelle decisioni a favore di un accordo personalistico tra Conte e Schlein. I sardi, e soprattutto gli elettori del Pd, su questa scelta poco hanno potuto dire.

Il popolo del Pd, che una volta veniva etichettato e offeso in tutte le maniere dai grillini, si sente non solo abbandonato ma completamente spaesato. Tra le tante contraddizioni vi è da ricordare che a Sassari, città che andrà al voto in primavera, i grillini sono in Giunta con un’amministrazione di area di centro-destra. E non a caso, nonostante l’operazione di facciata e di tutta fretta, il fantomatico “campo largo” è diventato una sorta di Movimento 5Stelle allargato: il Pd sardo è completamente disintegrato.

La candidatura della Todde, scelta a Roma, ha già prodotto alcuni devastanti ma forse benefici risultati. Per prima cosa, è utile ricordare, che l’ex Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, già eurodeputato del Pd, aveva chiesto che si tenessero le primarie per la scelta del candidato presidente. A lui si erano uniti vari partiti e movimenti. Per tutta risposta il segretario del Pd sardo ha tirato dritto e ufficializzato la candidatura della Todde. Ormai tra grillini e la ditta del Pd non si trova differenza.

Ieri anche il circolo provinciale del Pd di Iglesias ha manifestato formalmente il proprio disappunto verso la nomina romana della Todde. Il risultato odierno è che la svendita di ogni democrazia interna all’interno del Pd e l’utilizzo personalistico del partito hanno portato ad una candidatura grillina che ad oggi vede non solo buona parte dello stesso Pd sardo contro ma tutti i partiti nazionali, ex alleati, contro la Todde. Infatti, quella che doveva essere la candidatura del “campo largo” ad oggi è sostenuta dal Movimento 5Stelle – in verità neanche tanto convintamente dai vertici regionali – da metà Pd sardo e da zero virgola vari.

Il frutto di tutto questa spavalda tracotanza è che forse sta nascendo qualcosa di positivo e partecipato. I sardi, notoriamente pochi inclini ad essere presi in giro, stanno dal basso smantellando una candidatura frutto della peggiore politica. Alla nomina della Todde, ma soprattutto a questo modo di uccidere la politica, si sta contrapponendo un movimento che vede contrari non solo i partiti nazionali di Italia Viva, Azione, Più Europa ma anche tutte le forze indipendenti, moderate e riformiste della Sardegna. Il tutto mentre il vecchio centrodestra è ancora appeso alla possibilità di ricandidare il governatore uscente Solinas, il peggiore della storia della Sardegna e dei governatori italiani in questo momento.

Di certo ad oggi c’è che la segretaria del Pd è riuscita nella sua ultima opera prima delle Europee. Distruggere i resti liberali, riformisti e moderati del Pd a favore dei grillini in cerca di autore.
Il Pd ma soprattutto i suoi elettori non moriranno, soprattutto in Sardegna, grillini. Come sempre la Sardegna si farà sentire per respingere ancora una volta l’invasione malsana e padronale di una pessima politica lontana dalla gente e dai suoi sentimenti e valori.

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