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Indi Gregory, no dei giudici al trasferimento in Italia. “Già sabato staccata dalle macchine”

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È stato respinto l’appello dei genitori di Indi Gregory per impedire il distacco delle macchine che tengono in vita la piccola. I giudici inglesi, al termine dell’udienza di oggi, hanno anche fissato una deadline per il distacco dei supporti vitali che probabilmente avverrà già sabato e non lunedì, come comunicato in un primo momento. Il giudice inglese Peter Jackson ha definito l’intervento italiano sul caso della piccola ai sensi della Convenzione dell’Aia, “non nello spirito” della stessa convenzione.

I giudici hanno inoltre affermato che i tribunali inglesi sono nella posizione migliore per valutare “l’interesse superiore” della bambina, quindi non è necessario un tribunale italiano. La Corte ha insomma deciso per l’estubazione di Indi Gregory, rifiutando l’autorizzazione al ricorso e un possibile cambio di giurisdizione in favore del giudice italiano, possibile dopo che il governo Meloni ha concesso la cittadinanza alla piccola che potrebbe essere assistita dall’ospedale Bambin Gesù di Roma.

Il distacco delle macchine che tengono in vita Indi Gregory avverrà già sabato e la bambina verrà trasferita in un hospice. A spiegarlo sono stati il portavoce di Pro Vita&Famiglia onlus, e l’avvocato Simone Pillon, ex parlamentare leghista, che stanno seguendo gli sviluppi del lato italiano della vicenda in contatto con i legali inglesi e la famiglia Gregory. Nell’udienza di oggi i giudici inglesi avevano fissato come termine per il distacco dei dispositivi vitali lunedì 13 novembre, ma successivamente, viene spiegato, è stato precisato dai legali della famiglia che l’interpretazione corretta della sentenza indica che il distacco verrà effettuato il prima possibile, già sabato.

Per l’associazione Pro Vita&Famiglia “l’ostinazione dei giudici inglesi nel voler mettere fine alla vita di questa piccola combattente, nonostante il parere medico contrario dell’ospedale Bambino Gesù” di Roma, “è qualcosa di semplicemente satanico”. La piccola di 8 mesi, da giorni al centro della battaglia legale, è ricoverata al Queen’s Medical Centre di Nottigham a causa della sindrome da deplezione del DNA mitocondriale. In sostanza i mitocondri sono incapaci di produrre energia provocando effetti devastanti sull’organismo, in particolar modo su organi come il cervello e il cuore. La patologia incurabile i trattamenti servono esclusivamente all’attenuazione dei sintomi.

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