Attualità

“Non voglio avere un infarto a 30 anni”: il fondatore di Omegle annuncia così la chiusura della piattaforma (dopo diverse denunce)

Il sito di web chat online diventato molto popolare tra bambini e adolescenti durante la pandemia chiude i battenti

Un sito che metteva in contatto gli utenti in modo del tutto casuale. Omegle, questo il nome, è diventato molto noto e usato tra adolescenti e bambine durante la pandemia ma dopo numerose denunce e menzioni in diversi casi di pedofilia, il sito di web chat online ha chiuso i battenti. Lo fa sapere la Bbc. Secondo il fondatore di Omegle, Leif Brooks, la gestione del sito “non era più sostenibile, né finanziariamente né psicologicamente”. Secondo Brooks bisogna riconoscere che “diverse persone ne hanno abusato, anche per commettere crimini indicibilmente atroci”. Per Brooks “le spese e lo stress per questa lotta” sono “semplicemente eccessivi”. Ha poi aggiunto: “Francamente non voglio avere un infarto a 30 anni”. Omegle è stato recentemente tirato in ballo in un’indagine della procura di Milano su un presunto caso di adescamento online di minori. Tra gli strumenti utilizzati dagli indagati per avvicinare le vittime ci sarebbe stato proprio Omegle, oltre a Instagram.