Un anno fa il problema era la siccità, questa volta la troppa neve. Il comun denominatore sono le condizioni meteo, frutto del cambiamento climatico, che fanno emergere tutte le crepe del progetto di disputare una gara di discesa libera della Coppa del Mondo di sci su un ghiacciaio. Il sogno dello Speed Opening sulla pista di Zermatt-Cervinia doveva vedere la luce già un anno fa, ma le alte temperature mandarono all’aria i piani. Quest’anno invece a far tremare gli organizzatori ci hanno pensato prima di tutto i magistrati, che hanno bloccato i lavori delle ruspe a 3mila metri di quota sul versante svizzero (per spaccare e scavare un ghiacciaio già fragilissimo, in un’area senza autorizzazione per fare i lavori). In attesa dell’esito dell’inchiesta, il tracciato è stato modificato e tutto sembrava pronto. A ribellarsi però ci ha pensato anche la natura: le precipitazioni nevose hanno portato all’annullamento di due delle tre prove previste, cruciali per i discesisti che devono imparare per la prima volta una pista su cui poi sfrecciare a oltre 100 km/h. Così, qualcuno ha persino deciso di rinunciare: 5 sciatori austriaci hanno lasciato Cervinia, mentre ha alzato bandiera bianca fin da subito Alexis Pinturault, che non si è nemmeno presentato. Il campione francese aveva definito la gara qualcosa che “dal punto di vista ecologico non ha alcun senso“.
Il progetto per ragioni economiche – Insomma, la Fis (Federazione internazionale sci e snowboard) ha ben pensato – per ragioni economiche e di sponsor – di inventarsi la prima competizione transfrontaliera della storia della Coppa del mondo, creando una pista nuova sul ghiacciaio, la Gran Becca, che parte da 3720 metri sul livello del mare (record per una competizione) e si chiude, dopo 3,7 chilometri di tracciato, in località Laghi Cime Bianche, passando appunto dal versante svizzero a quello italiano. L’idea era quella di creare un appuntamento in stile Soelden (dove si apre la stagione dello slalom) ma per la velocità. Un progetto, quello dello Speed Opening, che però appunto non ha fatto i conti con l’ambiente (eventuali violazioni saranno accertata dai giudici svizzeri e italiani) e con le mutate condizioni climatiche, ormai da diversi anni.
Le gare a rischio – Dopo la prima prova di mercoledì, già ieri era stata cancellata la seconda prova della discesa maschile di Zermatt-Cervinia: una decisione presa dagli organizzatori a causa della forte nevicata e delle condizioni meteo estreme. Le stessa situazione però si è riproposta oggi, venerdì 10 novembre, rendendo obbligatoria anche la cancellazione della terza e ultima prova. Tra sabato e domenica, a questo punto tra mille incognite, sono in programma le due gare di Coppa del Mondo. Il regolamento prevede l’obbligo di effettuare almeno una prova cronometrata, ma pare una follia correre una discesa libera su un tracciato inedito senza aver disputato almeno due prove. Domani pare che ci sarà una finestra di tempo discreto, senza precipitazioni, nel primissimo pomeriggio: la gara di discesa libera dovrebbe essere fattibile, ma con partenza ribassata. E magari con una prova al mattino prima della partenza vera e propria. L’altra incognita però è il vento (come da tradizione sul Cervino): è previsto molto forte. Nel frattempo, in pista ci sono i gatti delle nevi, che insieme ai volontari lavoreranno tutto il giorno per cercare di riportare alle migliori condizioni il pendio della Gran Becca e poter così far disputare la competizione.
Le rinunce – Nel frattempo, però, vista la situazione caotica e imprevedibile, qualche atleta a perfino deciso di rinunciare alla gara. Il francese Pinturault, che è specializzato nelle discipline tecniche e fa le discese soprattutto in chiave combinata, aveva già deciso di saltare direttamente questo appuntamento. Anche la squadra austriaca, che ha molte frecce al proprio arco, ha deciso di risparmiare alcuni atleti. Marco Schwarz e Johannes Strolz giovedì sera hanno lasciato Cervinia e sono andati verso Oetztal per allenarsi in vista del primo slalom della stagione (in programma il 18 novembre). Per loro vale un discorso simile a quello fatto per Pinturault. Ma anche Stefan Rieser, Felix Hacker e Manuel Traninger, dopo aver provato la pista mercoledì, sono stati mandati a prendere un volo per il Canada. Così prepareranno al meglio i prossimi appuntamenti di discesa libera a Beaver Creek. Scelte anche strategiche, non dettate solamente dall’incertezza che regna a Cervinia, visto che l’Austria ha molti altri atleti da poter schierare. Per il momento, però, l’esperienza della nuova discesa sul ghiacciaio si è rivelata un flop.
Le polemiche – Gli organizzatori difendono il lavoro svolto: “Il meteo del fine settimana non è troppo favorevole” spiega a Repubblica il presidente della Cervino Spa, Federico Maquignaz. Che aggiunge: “Siamo convinti di non aver distrutto niente, anzi crediamo di preservare il ghiacciaio. Siamo persone di montagna, saremmo dei pazzi scriteriati se pensassimo di distruggere ciò che dà sostentamento alle nostre vite”. Nei giorni scorsi però contro la realizzazione del tracciato hanno preso posizione glaciologi, geologi e associazioni ambientaliste. E forse il riassunto perfetto lo ha fatto il discesista valdostano Benjamin Alliod: “Sta diventando una gara maledetta”.