Quando dei cittadini tedeschi sono vittime di crimini all’estero anche la Procura Generale di Karlsruhe procede ad indagini. È questo pure il caso dei massacri di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele. Sono diventate un simbolo anche in Italia le immagini della ventiduenne Shani Louk caricata inerme e sanguinante su un pickup nell’area devastata del Supernova music festival, di cui è stata poi confermata la morte col ritrovamento del cranio. Il fascicolo degli inquirenti da venerdì si è arricchito anche di una denuncia per favoreggiamento dei legali Hans-Jürgen Förster e Thomas Walther contro i fotoreporter che sono stati al seguito di Hamas ed hanno fatto riprese durante la commissione delle atrocità commesse dai crimini terroristi.

Förster è stato egli stesso un procuratore federale come responsabile dell’accusa in casi di spionaggio e prima aveva diretto i servizi di tutela della Costituzione del Brandeburgo. Walther ha invece una carriera alle spalle nell’Autorità centrale per chiarire i crimini nazisti con sede a Ludwisburg ed è stato poi avvocato di parte civile in processi ad ex guardiani dei lager nazisti. In particolare, si deve a lui il teorema accusatorio che portò alla condanna in primo grado di Iwan John Demjunjuk per concorso in omicidio in 28.060 casi nel lager di Sobibor, pronunciata a Monaco di Baviera il 12 maggio 2011.

L’ipotesi accusatoria mossa dai due giuristi contro i reporter è con la loro foto-documentazione sarebbero stati coinvolti direttamente nel momento in cui venivano svolti i delitti, contribuendone come volevano i terroristi, alla divulgazione in tutto il mondo. Avrebbero cioè prestato ausilio ideologico ai reati perpetrati dai terroristi. La documentazione dei crimini ha dichiarato l’avvocato Förster alla NDR ha valenza di correo, perché con la propaganda si dovevano animare altri ad emulazioni. Anche il collega Walther, che è in contatto con i familiari di una famiglia binazionale coinvolta, ha ribadito che il ruolo dei fotografi deve essere chiarito. L’alibi dello svolgimento della loro professione, per i due legali, non li esime dalla prosecuzione penale.

Come ha anche riportato ilfattoquotidiano.it, il sito honestreporting.com aveva sollevato per primo la questione se la presenza di fotoreporter freelance, che avevano già lavorato anche per le agenzie internazionali AP e Reuters, l’emittente CNN ed il quotidiano New York Times, all’alba di sabato non fosse stata frutto di un aperto coordinamento con Hamas. Successivamente le autorità israeliane avevano chiesto alle agenzie delle spiegazioni ed entrambe recisamente negato di aver saputo anticipatamente in alcun modo della barbarie. Il ruolo dei fotografi, che non potevano essere stati sgraditi ad Hamas, solleva comunque questioni etiche per honestreporting, e per i due legali tedeschi esse dovranno avere anche una elaborazione giuridica.

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