La casa di produzione di Robert De Niro è stata condannata a pagare oltre 1,2 milioni di dollari all’ex assistente personale dell’attore, Graham Chase Robinson. La giuria del tribunale di New York ha stabilito che la Canal Productions si è resa colpevole nei confronti della donna di discriminazione di genere e ritorsione, pur non attribuendo responsabilità personali all’interprete di tanti film cult. L’attore – in sala con l’ultima opera di Martin Scorsese Killers of flower moon, è stato impegnato in una battaglia legale con la sua ex assistente fini dall’aprile del 2019, quando Robinson si licenziò. La donna ha sostenuto che De Niro e la sua compagna Tiffany Chen avevano reso il suo lavoro un incubo, sottoponendola ad abusi e angherie. De Niro ha invece accusato Robinson di avergli sottratto miglia premio delle compagnie aeree per un valore di 85mila dollari.
“Mi sottopagava, faceva commenti sessisti e mi assegnava compiti stereotipicamente femminili” aveva detto la donna che chiedeva 12 milioni, dieci volte tanto le è stato riconosciuto. La Chase chiedeva un risarcimento per “danni emotivi e alla sua reputazione” ma la società di De Niro ne aveva a sua volta chiesti sei, avendo la donna “trasferito l’equivalente di 450mila dollari in viaggi aerei sul suo conto personale” e “speso decine di migliaia di dollari in cibo, viaggi e altri servizi non legati al suo impiego”.
La 41enne ha affermato che l’attore non solo ha fatto “battute sessuali in sua presenza” ma che uno dei suoi compiti come “assistente personale” era quello di “grattargli la schiena”. Stando ancora alle accuse dell’ex assistente di De Niro, la Chase sarebbe dovuta essere reperibile ad ogni ora del giorno, avrebbe dovuto tenerlo informato sui suoi spostamenti, anche in quelli del fine settimana. Furioso De Niro che si è difeso in tribunale affiancato dai suoi avvocati. L’attore ha ammesso che solo una volta avrebbe chiamata la sua assistente in un orario “scomodo” ma che, in linea di massima gli orari in cui chiamava la erano sempre “nella norma”. Per l’attore le accuse della sua ex assistente sono solo “sciocchezze. Le ho chiesto di fare qualsiasi cosa nei limiti del possibile, nei limiti del suo lavoro”.