Se ci basassimo solamente sugli annunci del governo quello che emerge è che per ora l’Italia, nel contesto del conflitto fra Israele e Hamas, si è limitata a inviare la nave-ospedale “Vulcano” che nei prossimi giorni raggiungerà il mediterraneo orientale e la Striscia di Gaza per offrire supporto umanitario alla popolazione gazawi, prostrata da oltre un mese di offensiva israeliana. Sebbene questa operazione abbia uno scopo essenzialmente umanitario e sulla nave viaggi un equipaggio di 170 persone dotate di ambulatori, strumenti diagnostici e sale operatorie, non è tuttavia l’unico movimento deciso ed effettuato su scelta e indicazione della Difesa.

È stata infatti la stessa Marina ad annunciare sul proprio profilo X che il contingente italiano in rotta verso il Medioriente sarà quantitativamente maggiore e composto anche da due fregate missilistiche, la “Carlo Margottini” e la “Virgilio Fasan” oltre al pattugliatore polivalente d’altura della Marina militare denominato “Paolo Thaon di Revel”. Prima di arrivare in Medioriente infatti, la nave Vulcano raggiungerà Cipro per unirsi a queste ulteriori unità della Marina, già impegnate in una consueta missione di pattugliamento denominata Mediterraneo Sicuro (OMS), e poi andare a scortare le portaerei statunitensi Gerald R. Ford (CVN-78) e la Dwight D. Eisenhower (CVN-69) dislocate nel mediterraneo dagli Usa nei giorni scorsi.

Si tratta di una missione aggiornata e resa operativa nel 2022 con la direttiva del ministero della Difesa “strategia di sicurezza e difesa per il Mediterraneo”, che ha decretato l’ampliamento della precedente operazione di sorveglianza marittima “Mare sicuro” del 2015 allargando l’area di attività da 160.000 a 2.000.000 km quadrati circa, e comprendendo gran parte degli spazi internazionali marittimi. La missione fa sì che stati appartenenti alla Nato operino in maniera congiunta perseguendo diversi scopi strategici e di sicurezza come la difesa delle linee di comunicazione marittima, il pattugliamento per ragioni economiche e militari e la protezione di flotte nazionali e internazionali mercantili.

Nel contesto delle odierne tensioni mediorientali e del rischio concreto che il conflitto fra Israele e Hamas possa espandersi e assumere una rilevanza regionale con la pressione militare esercitata da grandi e medie potenze, il professor Vittorio Emanuele Parsi, che vanta una passata esperienza da Capitano di fregata nella Marina, contattato da Ilfattoquotidiano.it, ha contestualizzato la decisione italiana in termini di “protezione militare missilistica da eventuali minacce rappresentate da stati ostili all’alleanza che sostiene Israele come l’Iran”, che è un attore chiave di questo conflitto fin dal suo scoppio. “Non è di certo una novità – ha proseguito Parsi – lo svolgimento di operazioni strategiche congiunte nel Mediterraneo con gli Stati Uniti e altri alleati della Nato, poiché l’intensa presenza marina russa e di altri antagonisti che si registra da qualche anno a questa parte impone necessariamente un livello di guardia maggiore”.

“Stati come Italia, Spagna, Francia e Stati Uniti occupano abitualmente le acque del mediterraneo con operazioni di sicurezza, e in questo caso le nostre unità navali si muovono con lo scopo di fornire protezione militare e assistenza alle portaerei statunitensi spostate vicino alle coste israeliane” ha poi aggiunto Parsi, concludendo che è invece “ben diversa l’operazione legata alla nave Vulcano che ha invece uno scopo umanitario ma soprattutto deriva da una scelta esclusivamente nazionale operata dal ministro della Difesa in supporto e solidarietà alla popolazione civile palestinese”.

È evidente però che, come dichiarato nei giorni scorsi da fonti interne della difesa citate dal quotidiano Il Foglio, la Marina italiana, così come quella statunitense, si sta “preparando di fatto a tutte le ipotesi possibili” che il campo può presentare. Ed essendo il teatro mediorientale in questo momento caratterizzato da un elevato grado di imprevedibilità e tensione che può degenerare da un momento all’altro, la postura assunta dalla nostra Marina è sostanzialmente pronta ad ogni evenienza, compresa quella della partecipazione attiva ad un conflitto militare su larga scala che coinvolge attori diversi da diverse regioni mondiali.

Twitter: @BrambillaTh

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