“Il possente Sassolungo, a forma di diamante, troneggia nel cuore delle Dolomiti. Questa meraviglia della natura è uno straordinario bene collettivo che purtroppo sta seriamente rischiando di finire nelle mani di alcuni investitori privati con l’unico obiettivo di cementificare e trarre profitto”. L’associazione Nosc Cunfin lo scorso 20 settembre ha avviato una raccolta firme per tentare l’impossibile. Mettere in salvo il Gruppo del Sassolungo, tra la Val Gardena e la Val di Fassa. Luoghi che regalano paesaggi unici, sia d’estate sia d’inverno. La circostanza che la petizione sia stata sottoscritta finora da oltre 45.500 persone indizia quanto la questione sia rilevante.

Quei luoghi per l’associazione ambientalista sono minacciati dalla costruzione di un nuovo impianto di collegamento “che impatterebbe molto negativamente su quest’area”. Il progetto Val Gardena-Alpe di Siusi-Ronda. Non solo. Incombe sul comprensorio anche il progetto, presentato a maggio 2023 all’Ufficio pianificazione del paesaggio di Bolzano, per il rinnovo della concessione, in scadenza nel 2024, della bidonvia che porta alla Forcella del Sassolungo. Rinnovo che prevede una portata di 480 persone all’ora, circa 3mila al giorno, raddoppiando la portata attuale. Con nove piloni di altezza non inferiore a 18 metri che andranno a sostituire quelli esistenti di 8 metri e il necessario adeguamento della stazione a valle e, soprattutto, di quella a monte che passerà da 768 a 2.654 metri cubi. “Una speculazione” per Nosc Cunfin, come per Lia per Natura y Usanzes, Lia da Mont Gherdëina, i rappresentanti e i presidenti delle guide alpine della Val di Fassa, della Val Badia e della Val Gardena. Tutti preoccupati dalla possibilità che “i gestori degli impianti di risalita abbiano già in mente ulteriori speculazioni per realizzare un’apertura invernale con una nuova pista di discesa verso gli incontaminati Piani di Cunfin”. Senza contare che “non ci sarebbero quasi più risorse idriche aggiuntive disponibili sul Passo Sella”, a detta del Cai Bolzano, proprietario dei terreni nell’area della stazione a valle.

“Da più di 40 anni noi stiamo chiedendo la messa sotto tutela dell’area, visto che con il boom del turismo e i potenziamenti degli impianti di risalita e dei nuovi collegamenti, la pressione è costantemente elevata- sostiene Nosc Cunfin-. Senza contare che, oltre agli obiettivi sottoscritti nell’ambito del Piano per il clima 2040, gli inverni poco nevosi sono sotto gli occhi di tutti, le statistiche parlano chiaro, e le esperienze di carenza d’acqua dovrebbero già essere argomenti sufficienti per astenersi dall’espandere ulteriormente le aree sciistiche”.

La richiesta di Nosc Cunfin è chiara. “Chiediamo un sì definitivo alla tutela del gruppo del Sassolungo nell’ambito di un parco naturale e un no deciso alla costruzione di nuove opere infrastrutturali in quest’area”, si legge nella petizione. Recentemente, prima delle elezioni provinciali, qualche segnale c’è stato da parte del governo di Bolzano. Il 14 settembre il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità la mozione proposta da Verdi e movimento politico Team K: “Mettere sotto tutela il gruppo del Sassolungo e il Plan de Cunfin”. Nell’ambito dei programmi di sviluppo comunale, attraverso un processo partecipativo la popolazione delle comunità interessate potrà indicare la categoria di tutela per il gruppo Sassolungo e del Plan de Cunfin. “Vigileremo affinché il risultato di un tale processo partecipativo venga attuato dalla futura giunta provinciale, senza se e senza ma”, ha dichiarato il consigliere provinciale dei Verdi, Hanspeter Staffler, “se diventerà un parco naturale, un sito Natura 2000 o un’altra categoria di tutela dipenderà infatti dall’esito del processo partecipativo e democratico nelle comunità interessate di Ortisei, S. Cristina, Selva e Castelrotto”. Comunità che, nel passato, hanno chiesto con mozioni approvate, di porre il gruppo del Sassolungo con i Piani di Cunfin sotto tutela, creando così le condizioni per inserirli nel patrimonio naturale dell’Umanità Unesco. Ortisei e Santa Cristina a dicembre 2010, Selva di Val Gardena a giugno 2013. “È di estrema importanza che la popolazione abbia la possibilità di decidere se questa preziosa area debba essere dichiarata parco naturale. A nostro avviso, una tutela integrale rappresenterebbe senza dubbio un enorme valore aggiunto”, ha sostenuto lo scorso agosto il sindaco di Ortisei, Tobia Moroder. “Siamo a favore che venga indetto un referendum popolare intercomunale” hanno assicurato la consigliera comunale Sara Stuflesser e l’assessora all’Ambiente, Claudia Insam.

Interpellati da ilFattoQuotidiano.it per conoscere i loro intendimenti, alla luce della mozione dei Verdi, i sindaci degli altri Comuni coinvolti non hanno risposto. “Continuiamo con gli incontri informativi, nelle prossime settimane a Castelrotto e a Santa Cristina. Non ci fermiamo”, dice Heidi Stuffer, presidente di Nosc Cunfin. La valorizzazione di quei luoghi non può prescindere dalla loro tutela.

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