È al vaglio dei pm di Roma l’autodenuncia presentata nei giorni scorsi ai carabinieri dal responsabile legale dell’Associazione Soccorso Civile, Marco Cappato, in merito al suicidio assistito dell’attrice Sibilla Barbieri, paziente oncologica terminale morta in Svizzera. L’attrice, in un video testamento, aveva spiegato di essere “al limite” e di aver ricevuto il rifiuto dell’Asl all’accesso alla morte volontaria.

L’autodenuncia è ora all’attenzione del procuratore capo Francesco Lo Voi e del procuratore aggiunto Paolo Ielo ai quali spetta adesso decidere come procedere. Oltre a Cappato si era autodenunciato anche il figlio dell’attrice e nella stessa occasione era stata depositata anche una denuncia contro la sanità del Lazio “in quanto Sibilla – spiegava una nota – era in realtà in possesso di tutti i requisiti previsti dalla sentenza Cappato/Antoniani per l’accesso alla morte volontaria in Italia”. Vittorio Parpaglioni Barbieri, figlio della donna, in una intervista al FattoQuotidiano.it; aveva detto: “Mamma ha combattuto per la libertà di scelta. L’Asl ha fatto resistenza ed è stata costretta a morire in Svizzera”.

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