Proprio quando sembrava che il genere delle monovolume fosse destinato alla definitiva estinzione, ecco che Volvo dà il suo contributo per “salvare la specie”: la EM90 non conferma solo che le Mpv hanno ancora qualcosa da dire, Suv permettendo, ma anche che l’avvento della mobilità elettrica potrebbe dare nuovo slancio all’intera categoria di quelle che, fino a una ventina d’anni fa, erano le vetture più amate dalle famiglie.

La EM90 è pensata e costruita soprattutto per il mercato cinese, dove la richiesta per minivan (di lusso) è in decisa crescita. Tuttavia, l’esordio commerciale in occidente è più che plausibile. La base tecnica della vettura proviene – non a caso – dalla cinese Zeekr 009, con cui la “svedese” condivide buona parte dalle proporzioni e dell’impostazione stilistica. Nell’abitacolo possono essere accolti 6 passeggeri, disposti su 3 file di sedili. Lunga 5,2 metri, l’auto vanta un passo di 3,2 metri, garanzia di un’ottima spaziosità interna; nella porzione posteriore dell’abitacolo si accede tramite comode porte posteriori scorrevoli.

Tante le scelte progettuali pensate per ottimizzare il comfort: dalla presenza delle sospensioni pneumatiche e di pneumatici “silenziosi” alla tecnologia per neutralizzazione i rumori esterni. E, all’occorrenza, la EM90 può anche diventare una sala concerti su ruote grazie all’impianto audio Bowers & Wilkins da 21 altoparlanti. I passeggeri della seconda fila possono regolare la climatizzazione a piacimento e interagire con l’auto tramite comandi vocali. L’infotelematica, poi, sfrutta un monitor da 15,4” posto a centro plancia. Un altro da 15,6 intrattiene chi siede dietro.

La EM90 è spinta da un motore elettrico da 272 cavalli di potenza e scatta da 0 a 100 all’ora in 8,3 secondi. La meccanica è alimentata da una maxi batteria da 116 kWh, che tramite fast charge può essere ricaricata dal 10 all’80% in meno di 30 minuti. L’autonomia omologata in Cina – dove le prove di consumo restituiscono risultati più generosi – è di 738 km.

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