Uomini dei Carabinieri e della Guardia di finanza hanno eseguito dall’alba di lunedì un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 27 persone per traffico di stupefacenti e associazione a delinquere di stampo mafioso. Il provvedimento è stato emesso dal gip nell’ambito di un’inchiesta coordinata prima dalla Procura di Imperia e poi dalla Direzione distrettuale antimafia di Genova: per 24 arrestati è stata disposta la custodia in carcere, per i restanti tre gli arresti domiciliari. Diciassette degli indagati – si legge in una nota firmata dal procuratore di Genova, Nicola Piacente – sono accusati di essere componenti di un’associazione per delinquere diretta da esponenti della famiglia ‘ndranghetista dei De Marte-Gioffrè: il gruppo è originario di Seminara (Reggio Calabria) e collegato ad articolazioni di ‘ndrangheta residenti in Calabria, ma da anni radicata nella zona di Diano Marina (Imperia). Secondo gli inquirenti, l’organizzazione è operativa nella provincia di Imperia sin dal 2020 e si occupa di acquisto, coltivazione, trasporto, rivendita e cessioni di cocaina, hashish e marijuana.
Le indagini hanno ricostruito come il gruppo disponesse di varie abitazioni utilizzate per le riunioni e le trattative con fornitori e acquirenti di droga, di criptofonini per le comunicazioni e per la consegna di denaro e di una pistola: agli indagati sono contestati 56 episodi di acquisto, cessione, trasporto di quantitativi di cocaina e marijuana e coltivazione di marijuana. Lo stupefacente, a quanto risulta, è stato trasportato anche su autobus di linea della tratta Reggio Calabria-Ventimiglia. Tra i reati contestati – tutti aggravati dal metodo mafioso – anche lesioni, furti, estorsioni e minacce ai danni degli acquirenti per costringerli a ripianare i debiti. Le intercettazioni e i pedinamenti condotti dalla Guardia di finanza hanno svelato che il boss Domenico Gioffré, “pur essendo ristretto agli arresti domiciliari, unitamente a Giovanni De Marte e ad altri componenti della famiglia De Marte”, era riuscito “a dare vita ad una florida attività di traffico di stupefacenti nella provincia di Imperia, grazie a diretti approvvigionamenti dalla Piana di Gioia Tauro, avvalendosi di canali privilegiati contigui alla ‘ndrangheta”. Il centro operativo e decisionale dell’associazione era la residenza della famiglia De Marte a Diano Castello.
Tra gli arrestati ci sono anche due ragazzi, minorenni all’epoca dei fatti contestati, per i quali è stato disposto il carcere su richiesta della procuratrice per i minorenni di Genova Tiziana Paolillo. In una nota, la magistrata spiega come dalle indagini sia emerso che i due, “nonostante la giovane età, fossero inseriti con stabilità, ruoli ben precisi e posizioni di rilievo all’interno dell’associazione, di cui conoscevano le finalità e i metodi riconducibili alle organizzazioni mafiose. È la prima volta che in Liguria emerge la diretta partecipazione di persone minorenni in fenomeni criminali associativi di tale caratura”, sottolinea. Nei confronti di 18 indagati è stato disposto anche un sequestro preventivo per equivalente per l’importo complessivo di 866.400 euro: sigilli a 128 rapporti bancari, 18 autoveicoli e 12 motocicli, sei immobili e 39 terreni.