Emanuele Carella, collega 21enne di Paolo Troccola, l’operaio 57enne ucciso venerdì nel Piacentino, ha confessato il delitto. Il giovane operaio, prima del fermo avvenuto negli scorsi giorni, era stato interrogato a lungo in caserma dai carabinieri di Rivergaro. Carella era finito subito tra i principali sospettati dei carabinieri.

Troccola è stato ucciso da alcune coltellate inferte all’interno dell’abitazione dove poi lo stesso 21enne ha fatto intervenire il 118, raccontando inizialmente di aver trovato il collega morto a terra al suo rientro nella casa di Niviano. La scena nell’appartamento, in cui i due convivevano insieme ad altri colleghi, presentava elementi di dubbio ed era stata messa sotto sequestro dall’autorità giudiziaria.

Dettagli, discordanze e altri piccoli particolari raccolti sulla scena avevano infatti convinto la procura di Piacenza ad aprire un fascicolo per omicidio volontario. Ora la confessione conferma l’ipotesi ed esclude definitivamente la pista dell’incidente domestico. Ora si attende anche l’autopsia sulla salma della vittima.

Il movente però resta ancora un dubbio, anche se probabilmente sarebbe da ricercare in una violenta lite scaturita all’improvviso tra i due coinquilini, forse per attriti personali pregressi. Nelle prossime ore ci sarà l’interrogatorio di convalida del 21enne, che potrebbe fare luce anche su questi e altri aspetti. Resta un mistero, al momento, quali altri colleghi si trovassero in casa quando Troccola è morto.

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