Rinviati a giudizio nel nel 2022, sono stati sssolti perché il fatto non sussiste il presidente del San Matteo Alessandro Venturi e l’Ad di Diasorin Carlo Rosa. È questa la decisione della I sezione penale del Tribunale di Milano al termine del processo in cui erano imputati per insider trading. La vicenda riguarda le comunicazioni del 2 aprile 2020, in piena pandemia, da parte di Venturi a Rosa sulla validazione del test sierologico per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti positivi al Coronavirus. In base al verdetto emesso oggi non sarebbero state informazioni privilegiate.
Secondo l’accusa, all’inizio di aprile del 2020, pochi giorni prima che venisse annunciato il lancio di un nuovo test – realizzato dalla Diasorin in collaborazione con il San Matteo – Venturi avrebbe contattato Andrea Gambini, presidente del Besta di Milano, consigliandogli di acquistare azioni della Diasorin. A sua volta Gambini avrebbe comunicato la notizia a Francesco Bombelli, consigliere dell’ospedale milanese. Sia Gambini che Bombelli avrebbero acquistato azioni della Diasorin, rivendendole dopo il rialzo registrato nei giorni successivi. Identico comportamento – secondo l’accusa – sarebbe stato messo in atto da Rosa, ad di Diasorin, che avrebbe avvisato un amico.
Le contestazioni degli inquirenti erano scaturite dai messaggi trovati in alcuni telefoni sequestrati nel settembre 2020 nell’ambito dell’inchiesta sulla collaborazione tra Diasorin e l’ospedale San Matteo di Pavia. Proprio da quella collaborazione era stato creato un test diagnostico per il Covid e la notizia è stata diffusa pubblicamente il 7 aprile 2020. I tre, investendo sul titolo Diasorin, in pochi giorni avrebbero guadagnato cifre che si aggirano tra i 1.300 e i 2.700 euro in pochi giorni.
Durante la requisitoria, lo scorso luglio, l’accusa aveva chiesto due anni per Venturi e l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato per Rosa. La difesa aveva sostenuto che si era trattao che si era trattato di uno scambio di informazioni “istituzionale”, nel quadro di una collaborazione tra Irccs ai fini della ricerca scientifica per trovare adeguate cure anti Covid. L’avvocato Francesco Centonze, legale di Rosa, aveva chiesto in aula l’assoluzione ma con una formula diversa da quella del pm, ovvero perché “il fatto non sussiste” ritenendo che la notizia sulla validazione del test non fosse privilegiata. Consob aveva revocato la costituzione di parte civile. Il Tribunale ha assolto.