Sergey Khadzhikurbanov, ex poliziotto russo condannato a vent’anni di carcere per l’omicidio della giornalista Anna Politkovskaya, è stato graziato e rimesso in libertà dopo essersi arruolato e aver combattuto per sei mesi da detenuto al fronte ucraino: attualmente ha firmato un contratto con il ministero della Difesa per servire nell’esercito. Lo ha confermato all’agenzia Afp il suo avvocato, Alexei Mikhalchik: “Ha lavorato nelle forze speciali negli anni Novanta, ha esperienza ed è probabilmente per questo che gli è stata immediatamente offerta una posizione di comando. Penso che in un certo senso giustizia sia stata fatta, perché credo che Khadzhikurbanov non fosse coinvolto nell’uccisione di Anna Politkovskaya”, ha dichiarato.

Politkovskaya, giornalista della Novaya Gazeta (quotidiano russo di ispirazione liberale) nota per le sue denunce sulla seconda guerra cecena, le inchieste anti-corruzione, l’impegno per i diritti umani e le critiche a Vladimir Putin, venne uccisa a Mosca il 7 ottobre del 2006. L’assassinio, considerato da molti a sfondo politico, aveva prodotto una grande mobilitazione in Russia e nel mondo. Nel giugno del 2014 cinque ceceni vennero condannati come esecutori e organizzatori, mentre Khadzhikurbanov, ex dirigente del Dipartimento per il controllo del crimine organizzato, fu riconosciuto come intermediario: il suo fine pena era fissato al 2034. Non è invece mai stato individuato alcun mandante.

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