Incastrata e schiacciata da un macchinario. Così è morta marted’ 14 novembre una lavoratrice di 26 anni in un’industria alimentare di surgelati a Pieve di Soligo (Treviso). La vittima, Grishaj Anila, è deceduta a causa della compressione del capo all’interno della macchina. Sono stati allertati i soccorsi ma per lei non c’è stato nulla da fare. La dinamica dell’incidente mortale sul lavoro è al vaglio di Carabinieri e del Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro (Spresal) dell’azienda sanitaria. Secondo una prima ricostruzione la ragazza stava operando su un macchinario dell’imballaggio acquisito di recente, quando è rimasta incastrata con la testa e la macchina le ha schiacciato le vertebre cervicali. Sul posto hanno operato vigili del fuoco e 118. A seguito dell’incidente la famiglia della giovane si sono presentati all’esterno dell’azienda, prima di essere allontanati dai Carabinieri perché eccessivamente agitati. Il caso ricorda la tragedia di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne morta stritolata dentro un orditoio, l’attrezzo che permette di preparare la struttura verticale di una tela che compone la trama di un tessuto.
La giornata è stata particolarmente nera per gli infortuni, con un altro incidente mortale e tre feriti. A Ravenna un operaio di 59 anni è stato colpito da un escavatore all’interno del polo chimico ed è morto per l’impatto. Sul posto, oltre a 118 e medicina del Lavoro dell’Ausl Romagna, è intervenuta la polizia. Secondo quanto finora emerso il lavoratore, per cause ancora al vaglio, è stato colpito mentre lavorava all’interno di un cantiere.
A Sedigliano, in provincia di Udine, un giovane è invece rimasto gravemente ferito dopo essere stato schiacciato dagli pneumatici di un mezzo pesante in manovra. È stato portato con un volo in ospedale. Un altro incidente sul lavoro è avvenuto anche in Trentino. Un uomo di 49 anni, tecnico manutentore, è rimasto ferito in seguito ad una esplosione mentre stava lavorando. Dalle prime informazioni, l’uomo stava controllando la caldaia che si trova nell’autolavaggio dell’officina Pisoni alle Sarche, in Trentino. Il ferito, che sarebbe rimasto ustionato al volto e alle braccia, è stato trasportato in codice rosso con l’elicottero all’ospedale Santa Chiara di Trento. Infine a Milano, all’interno del cantiere di un centro commerciale in fase di apertura, un operaio è precipitato da una scalinata e si è fratturato una gamba.
“È preoccupante leggere quotidianamente di incidenti sul lavoro quando dovrebbe essere il posto più sicuro del mondo dopo casa propria” hanno commentato a proposito della schiera di incidenti Gian Luca Fraioli, coordinatore della Uil Veneto-Treviso e Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto. “Qualcosa non va e bisogna assolutamente rivedere e aggiornare, se necessario, i protocolli di sicurezza”, hanno proseguito.
Gli ultimi dati dell‘Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro aggiornano a fine agosto la conta delle vittime nel 2023: 657 morti dall’inizio dell’anno e più di 383mila denunce di infortunio. La fotografia del fenomeno è complessa. In termini assoluti le morti sul lavoro sono diminuite rispetto al 2022, con un calo dell’1,8% su base annua (sono 569 i casi registrati a luglio dello scorso anno), ma si tratta comunque di una media di 80 morti al mese. Alcune regioni però mantengono record drammatici. Come la Lombardia, che dopo aver guidato la classifica delle morti sul lavoro (97 vittime nel 2021 e 117 nel 2022), nei primi sette mesi del 2023 ha registrato 74 vittime in occasione di lavoro. Seguono Veneto (40) e Lazio (36). Particolarmente alto il livello di rischio per i lavoratori stranieri: sono 103 i deceduti sul lavoro.