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La sinistra se ne va da Syriza: scissione in polemica col nuovo leader. L’accusa al “Renzi greco”: “Vuole spostare il partito al centro”

La maledizione della sinistra si abbatte anche su Syriza, fino a qualche anno fa simbolo del possibile riscatto, elevato a modello e punto di riferimento per tutta Europa. Dopo il tramonto della carriera del leader che l’ha portata al governo – Alexis Tsipras – e dopo la vittoria di un “papa straniero” alle primarie – il manager Stefanos Kasselakis – il partito arriva alla scissione: l’ala più a sinistra del partito, la correte Ombrela (“Ombrello”), guidata da Euclid Tsakalotos se ne va accusato il nuovo leader di “pratiche trumpiane“, “populismo di destra” e in sostanza di voler spostare il partito al centro. Tsakalotos – ex ministro delle Finanze del governo Tsipras – a settembre era arrivato terzo alle elezioni per scegliere il nuovo segretario: ora abbandona il partito insieme ad altri 45 dirigenti, tra i quali altri membri degli esecutivi di Tsipras come Nikos Filis, Andreas Xanthos e Theodoros Dritsas. “Sentiamo la nostra responsabilità storica. Ci ostiniamo a essere di sinistra e la nostra visione è un socialismo con libertà e democrazia” scrivono in un comunicato.

La prende con filosofia il segretario Kasselakis. Anzi, il successore di Tsipras dice che “è un nuovo giorno per il nostro partito, dove andremo avanti uniti e con idee nuove, discorsi nuovi e un profondo approccio sociale, umanitario ed ecologico: apriremo il partito alla società“. L’ex manager di Goldman Sachs, accusato di essere una specie di “Renzi greco“, assicura che “stiamo andando avanti con una sinistra patriottica e moderna, apriremo il partito a molti membri, siete invitati a contribuire”. Kasselakis, 35 anni, ha trionfato alle primarie con un curriculum di ex operatore finanziario e imprenditore navale, cresciuto e formato negli Stati Uniti, trader di Goldman Sachs negli anni in cui la Grecia era nella morsa della “dittatura della Troika”. “Se non avessi conosciuto il capitalismo dall’interno, se non avessi visto l’ingiustizia del denaro, forse non sarei stato di sinistra” ha risposto lui durante la campagna delle primarie.

Il punto di non ritorno di uno scontro interno al partito andato avanti da settimane è avvenuto quando Kasselakis ha chiesto l’espulsione di tre membri di “Ombrela”, accusati di criticare duramente il nuovo leader sui media greci e quindi di favorire il governo conservatore. Tra i 45 fuoriusciti ci sono due parlamentari che, nonostante la richiesta di Kasselakis, hanno reso noto che non “restituiranno “il loro seggio al partito. Syriza è quindi destinata a perdere due seggi (fermandosi a 46) in aula, non appena i due annunceranno la loro posizione indipendente al presidente del Parlamento. Rimane invece nel partito l’ex ministra Efi Achtsioglou, sconfitta da Kasselakis al ballottaggio delle primarie, pur criticando duramente la leadership del nuovo presidente. Non è ancora chiaro se le prossime mosse del gruppo fuoriuscito potrebbero includere la formazione di un nuovo partito.

Dimitris Vitsas, ex ministro dell’Immigrazione a una tv greca annuncia già tentativi di formare una lista per le Europee. Non è escluso che in questa operazione i fuoriusciti saldino le proprie energie con gli ex sostenitori di Syriza che abbandonarono il partito nel 2015, quando vennero delusi dalla scelta di Tsipras di sottoscrivere il memorandum voluto dalla Troika nonostante il popolo greco si fosse detto contrario al referendum. Le consultazioni, dice ancora Vitsas, potrebbe coinvolgere anche Mera25, il partito fondato dall’ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, che alle ultime elezioni nazionali non ha superato la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento.