Politica

Landini: “Lo sciopero si farà, Garante fa atti di compiacenza per il governo. Precettazione di Salvini? Atto sgradevole, non ci fermerà”

Confermiamo lo sciopero del 17 novembre. Dire che questo non è uno sciopero generale e chiederci di cambiare soprattutto sui trasporti come se fosse uno sciopero di categoria è un’evidente forzatura politica, una compiacenza della commissione di Garanzia per un uso strumentale che il governo sta facendo. La precettazione minacciata da Salvini? Atto sgradevole che non ci fermerà“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di 24 Mattino (Radio24) dal segretario della Cgil Maurizio Landini, che ha ribadito lo sciopero previsto per venerdì prossimo.

Il sindacalista, in primis, dissente dalle indicazioni del Garante: “Non le seguiremo, come peraltro abbiamo già ribadito alla commissione, che tenta di mettere in discussione il diritto di scioperare da parte delle persone che non sono d’accordo con le politiche economiche e sociali di questo governo. Troviamo quindi sbagliata l’interpretazione secondo cui questo non sia uno sciopero generale. Non è un caso che la commissione non abbia messo per iscritto – spiega – le ragioni per cui questo non sarebbe uno sciopero generale. Questa interpretazione, che non è scritta in nessuna parte delle leggi e degli accordi che regolano questa materia, ci pare molto compiacente col governo. E il ministro Salvini la sta usando in modo strumentale per mettere in discussione il diritto di sciopero“.

E aggiunge: “Come atto di responsabilità abbiamo esentato dallo sciopero il settore aereo e abbiamo portato quello dei vigili del fuoco all’orario dalle 9 alle 13. Sul resto, confermiamo l’impianto dello sciopero deciso. Noi, proprio per rispettare le leggi, abbiamo concentrato lo sciopero in una giornata per quei settori che sono più esposti al servizio col pubblico. Non è mai successo nella storia di questo paese che di fronte a uno sciopero generale proclamato contro le politiche socio-economiche di un governo si arrivasse a mettere in discussione il diritto di sciopero”.

Landini accusa la commissione di Garanzia di adottare due pesi e due misure, visto che nei mesi scorsi non hanno osteggiato gli scioperi proclamati da sindacati minori: “Non ha aperto becco e non ha messo in discussione nulla. Una cosa del genere non sta in piedi. Ripeto: qui c’è una commissione compiacente. Noi, tra l’altro, abbiamo proclamato lo sciopero il 27 ottobre. La commissione ci ha scritto il 9 novembre e su nostra richiesta ci ha convocato il 13 novembre, cioè 4 giorni prima dello sciopero. Ci hanno messo 12 giorni per dire che lo sciopero non andava bene e ci hanno incontrato lunedì solo perché lo abbiamo chiesto noi? Potevano chiamarci il 28, il 29 o il 30 ottobre per segnalarci delle cose che non funzionavano”.

Il segretario della Cgil sottolinea: “Troveremmo sgradevole se il governo e in particolare Salvini pensassero di fare interventi di autorità perché significherebbe una volontà politica precisa di mettere in discussione il diritto delle persone, sancito dalla nostra Costituzione. Mi auguro che non si superino i limiti e che prevalga l’intelligenza del governo in questa materia. È sotto gli occhi di tutti che se dovessero arrivare a un atto di quel genere, sarebbe un attacco diretto non al sindacato, ma al diritto dei cittadini di scioperare quando non sono d’accordo con le politiche economiche dell’esecutivo”.

Sulle ataviche critiche relative agli scioperi organizzati il venerdì e sulle accuse di Salvini circa la volontà dei sindacati di “fare il weekend lungo”, Landini è netto: “Queste sono sciocchezze, perché vuol dire non avere rispetto per le persone e non avere in testa il significato di cosa significhi essere lavoratore salariato che vive del proprio stipendio. Quelli che fanno questi ragionamenti mi pare che non abbiano mai lavorato. Banalmente, quando uno fa uno sciopero, perde la retribuzione e la giornata di lavoro, cioè ci rimette soldi. Non è una vacanza scioperare, è un atto impegnativo in cui uno paga anche un prezzo perché ci rimette il proprio salario”.

E torna sulla precettazione dello sciopero annunciata da Salvini: “È un atto totalmente politico di un governo che pensa di mettere in discussione il diritto di scioperare. Salvini può precettare quello che vuole, ma noi non siamo che all’inizio di una mobilitazione. Quello che stanno facendo al governo è mettere in croce questo paese. Non è che ci bloccheranno con una precettazione, noi siamo solo all’inizio e non abbiamo intenzione di fermarci. Noi – conclude – non solo vogliamo cambiare questa legge di bilancio balorda. Vogliamo che in questo paese si facciano riforme che quelli non vogliono fare. Ma pensano davvero che con un atto come la precettazione cambieranno ol quadro? Stanno perdendo consenso perché si stanno dimostrando non capaci di affrontare i problemi delle persone”.