“Le scuse e un vasetto di aloe vera non cancellano il danno che hanno causato”
Non sono soltanto dei brutti tatuaggi quei quadratini bianchi e neri sulla pelle di Thobe Moyo. Sono i segni di un’epilazione laser andata nel peggiore dei modi.
“Il mio viso e il mio collo sembravano una scacchiera”, rivela al Daily Star la donna, 38 anni, mostrando la foto di quello scempio. Originaria di Città del Capo, Sudafrica, Thobe Moyo dopo la laurea si è trasferita in Inghilterra. Soffre di sindrome da ovaio policistico, una malattia che determina una crescita eccessiva di peli.
Se da ragazzina era costretta a rasarsi per eliminare la peluria in eccesso, che spunta nelle zone del volto come fosse barba, da adulta ha scoperto una procedura molto più sicura ed efficace: la depilazione laser. Ma non aveva mai avuto alcun problema né durante né dopo le sedute epilatorie che effettuava regolarmente. Invece l’ultima volta è accaduto il peggio. Cosa è successo? Andiamo con ordine. La donna prenota il suo trattamento di depilazione lo scorso settembre dopo aver già effettuato otto sedute senza riscontrare alcun problema. Perciò nessuna preoccupazione le sfiora la mente. “Pensavo di sapere cosa aspettarmi dalla seduta”, rivela. Ma quella volta le viene assegnato un tirocinante che, inesperto, esegue il trattamento sul lato sinistro del collo provocandole dolore e una “sensazione di bruciore intensa e insolita”.
Dopo la procedura Thobe si guarda allo specchio e nota con orrore dei quadrati scuri che le coprono il collo e la mascella. Ricostruisce allora la dinamica: le ustioni devono essersi verificate quando la tirocinante “ha dimenticato di accendere il meccanismo di raffreddamento integrato nel laser”. Nonostante l’incidente di percorso, che la donna fa notare garbatamente al personale del centro estetico, le viene comunque richiesto di pagare 13 sterline per la depilazione.
All’arrivo del resto era stata avvertita: la sua pelle avrebbe potuto essere un po’ arrossata e avrebbe avuto bisogno di un impacco freddo. Thobe ricorda così quell’insolito bruciore: “Tutto sembrava normale. Hanno preso le mie informazioni e mi hanno spiegato tutto. Ma nel giro di pochi minuti ho avvertito una sensazione di cambiamento, sentivo che la mia pelle si stava bruciando. Non volevo lamentarmi perché pensavo che sapessero quello che facevano”.
Quando donna esprime la sua preoccupazione il personale la tranquillizza: “Tutto normale”. Solo alla fine Thobe rimane inorridita nel vedere quel disegno a scacchiera, con rettangoli scuri su tutta la sua pelle di viso e collo. Racconta ancora incredula: “Ero completamente sotto shock, sapevo che non era normale, la mia pelle era stata bruciata”. Dopo un mese da quell’intervento portava ancora i segni di quel trattamento mal eseguito. Ma il personale del salone di bellezza continuava a rassicurarla e a minimizzare: “Un impacco freddo e un po’ di cure successive saranno sufficienti”. Per la donna, nel frattempo, le rinunce a una vita normale sono troppe. Appassionata di nuoto, non può entrare nell’acqua di una piscina, abituata a uscire per vedere gli amici, si vergogna perché tutti notano quel disegno bizzarro. Si sfoga: “La gente mi chiede cosa c’è che non va nella mia faccia. Ho dovuto coprirmi la faccia con sciarpe. È stato così difficile vivere la mia vita.” Come si è comportato il centro? Le ha porto scuse formali e un vasetto di aloe vera per le ustioni. E Thobe, furibonda, ha deciso di replicare direttamente sul tabloid inglese: “Le scuse e un vasetto di aloe vera non cancellano il danno che hanno causato”.