Sognano un presidenzialismo senza controlli. Dopo le minacce contro i giudici, le querele bavaglio contro quei pochi cronisti che ancora praticano il giornalismo di inchiesta, dopo aver ridotto il Parlamento – ma il processo era già iniziato con altri governi – a luogo di ratifica dei decreti, ora puntuale è arrivato l’attacco al diritto di sciopero. Sarà una casualità, ma la commissione di garanzia ha mostrato il cartellino rosso, dopo le invettive del ministro Salvini, così come la Rai meloniana aveva messo alla porta Fabio Fazio e Roberto Saviano dopo la “fatwa” del medesimo ministro.

Lo sciopero del 17 novembre ha toccato nervi scoperti.

Alla Cgil si è aggiunta la Uil; con loro decine di associazioni, un’alleanza nel segno della Costituzione, del lavoro, dell’equità, della opposizione alla devastazione in atto dello stato sociale, della scuola, della sanità, della ricerca pubblica, umiliate a tutto vantaggio dei gruppi privati che sostengono la destra. Le manifestazioni e i presidi che animeranno tutte le piazze italiane hanno fatto saltare i nervi e messo in azione “bestie e bestioline” di varia natura nel tentativo di oscurare il conflitto sociale che svela fallimenti e povertà crescente e rompe lo specchio della propaganda a reti quasi unificate.

L’attacco al diritto di sciopero è l’ennesima variante del tentativo di imbavagliare qualsiasi pensiero critico. Per queste ragioni l’Associazione 21 sarà nelle piazze convocate da Cgil e Uil, e invita chiunque abbia a cuore la Costituzione antifascista, antirazzista, inclusiva, pacifista ad esserci prima che il bavaglio levi il respiro al pensiero critico e al conflitto sociale, senza i quali non può esistere ordinamento democratico.

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