“La situazione sul campo di battaglia è difficile e questo ci deve spingere ancora di più ad aiutare l’Ucraina“, perché “la probabilità di un negoziato accettabile aumenta quanto maggiore è il sostegno militare che forniamo a Kiev”. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg prova a convincere l’Europa a continuare a fornire armi a Zelensky. Le sue parole di fatto confermano quanto era già emerso nei giorni scorsi: la guerra tra Russia e Ucraina è in una fase di stallo. E l’esercito di Kiev si sta logorando. Tra gli alleati del Patto Atlantico, specialmente in Ue, aumentano le spinte per l’apertura di negoziati con Mosca. Budapest continua a opporsi all’erogazione dell’ottava tranche di aiuti militari a Kiev, il 12esimo pacchetto di sanzioni alla Russia tarda ad arrivare – potrebbe essere presentato mercoledì ma poi servirà l’unanimità per approvarlo – e i vari piani di sostegno (militare e finanziario) non decollano. L’Ue si ribadisce al fianco dell’Ucraina. Lo slancio degli inizi, però, inizia ad affievolirsi.
Per questo Stoltenberg, arrivando al Consiglio Difesa Ue dove si discuterà della protezione delle infrastrutture critiche, ribadisce la linea degli aiuti militari sine die: “Non possiamo permettere a Putin di vincere questa guerra”. E ancora: “Le guerre sono imprevedibili, nessuno può dire come e quando finirà (la guerra in Ucraina). Quello che possiamo dire è che la probabilità di un negoziato accettabile aumenta quanto maggiore è il sostegno militare che forniamo all’Ucraina, perché finora non abbiamo visto alcuna reale volontà di Putin di negoziare un’ipotesi accettabile per l’Ucraina. Quindi l’unico modo per arrivarci è convincere il presidente Putin che non vincerà sul campo di battaglia”, sostiene il segretario generale della Nato. “E l’unico modo per arrivarci – ribadisce nuovamente – è rafforzare la capacità di fornire sostegno. Quindi, se si vuole negoziare una soluzione, il modo per raggiungerla è sostenere l’Ucraina”.
“Mi aspetto che l’incontro affronterà anche la situazione in Ucraina”, dice Stoltenberg. In qualche modo una risposta arriva dall’alto rappresentante Josep Borrell: “Oggi faremo il punto su dove siamo con il piano munizioni per l’Ucraina: vorremmo sapere quale sarà il ritmo per il secondo pilastro, ovvero la parte dedicata alla produzione“. “Il settore della difesa europeo lavora a pieno ritmo e il 40% della produzione va all’estero quindi forse ora bisogna ridirezionare la produzione verso la priorità, che è l’Ucraina”, aggiunge Borrell. Sul punto interviene anche Thierry Breton, Commissario europeo per il Mercato Interno: “Sono gli Stati membri che devono passare gli ordini all’industria bellica e che devono indirizzare prioritariamente gli ordini all’Ucraina, non la Commissione. Invito a farlo rapidamente“.
Secondo Breton, l’Ue riuscirà a raggiungere l’obiettivo della produzione di un milione di munizioni ” in primavera o un po’ prima”. “Questo obiettivo verrà raggiunto e saremo in grado di adempiere ai nostri obblighi nei confronti dell’Ucraina. L’Unione europea resta pienamente mobilitata nel suo sostegno all’Ucraina”, dice il commissario Ue al Mercato interno, al suo arrivo al Consiglio Ue Difesa. Ma ora spetta agli Stati membri effettuare gli ordini. “Dobbiamo prepararci ad aumentare tutte le nostre capacità produttive dell’industria della difesa, direi per tutti i settori messi insieme devono affrontare ovviamente questa nuova realtà. È in questo contesto che ho quindi proposto di gettare le basi di una nuova strategia di difesa europea per aumentare insieme le nostre capacità”, conclude Breton.