Il garante degli scioperi in audizione davanti alla commissione trasporti della Camera difende la decisione di rimodulare lo sciopero del 17 novembre: “Abbiamo esplorato tutte le possibilità interpretative e ci è sembrato che i presupposti per uno sciopero generale non ricorressero”, ha detto la presidente Paola Bellocchi spiegando il no a Cgil e Uil allo sciopero generale e la richiesta di riduzione della durata della protesta a 4 ore. Ma Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ribadisce che la protesta è confermata: l’unica possibile modifica riguarda il settore dei trasporti perché “con la precettazione del governo le sanzioni riguardano anche i lavoratori, non solo i sindacati”. Alle 15:30 è convocata una conferenza stampa con la Uil durante la quale verrà annunciata la decisione finale. “Viene messo in discussione il diritto soggettivo, sancito dalla Costituzione, della singola persona di poter scioperare. Non lo aveva mai fatto nessun altro governo nella storia di questo Paese. È di una gravità assoluta”, il giudizio del leader della Cgil ad Agorà su Rai Tre. Durissimo anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che a Rtl 102.5 ha detto: “Risponderemo a un atto di squadrismo istituzionale con la partecipazione a una grande manifestazione”.

Intanto le opposizioni, al termine del confronto con Bellocchi, hanno chiesto una serie di risposte scritte al Garante. Pd, M5s e Avs, infatti, hanno contestato alla Commissione di garanzia il giudizio sulla natura della mobilitazione chiedendo quali siano stati dal 2003 ad oggi gli scioperi generali e quali quelli che hanno risposto ai requisiti posti dal Garante. “Due domande su cui non c’è stata risposta“, hanno obiettato nel corso dell’audizione che si è dunque aggiornata in attesa dell’eventuale risposta del presidente Bellocchi.

La spiegazione del garante – Bellocchi da canto suo ha motivato la decisione argomentando che “lo sciopero generale nazionale deve riguardare la generalità delle categorie, la proclamazione cioè deve essere aperta mentre questo caso era una proclamazione chiusa perché conteneva un elenco di settori esclusi dal contrasto alla manovra del governo”. La decisione, ha detto, è stata presa “per assicurare al sistema una coerenza e una tenuta complessive altrimenti a partire da domani ogni confederazione farebbe una sciopero generale alla carta. Ogni sindacato sceglierebbero le categorie che stanno dentro, quelle che stanno fuori, introducendo instabilità in una categoria di sciopero che ha già provocato problemi alla commissione visto che il panorama sindacale è pieno di altre sigle e di un numero notevole di scioperi generali”.

La replica dei sindacati – “L’interpretazione della Commissione non sta né in cielo né in terra“, replica Landini. “Non stiamo scioperando per il vezzo di scioperare ma perché le misure che sta mettendo in campo il governo peggiorano le condizioni delle persone. Il nostro è uno sciopero generale, semplicemente lo abbiamo articolato in più giornate per favorire la partecipazione dei territori. È un’interpretazione che viene usata per limitare lo sciopero, ed è una logica di questa nuova Commissione, che è compiacente con il governo. Ma possono precettare finché vogliono. Non hanno ancora trovato un narcotico per rimettere in gabbia me e Bombardieri”. Quanto agli attacchi di Salvini, il leader sindacale ricostruisce: “A noi la lettera della Commissione di garanzia è arrivata il 9 novembre. Le dichiarazioni di Salvini sono arrivate ancora prima che noi avessimo quella lettera. È la posizione di Salvini o anche del presidente Meloni? Vorrei capire che cosa capire ne pensa Meloni. Sono mesi che chiediamo al governo di avere un confronto e non è avvenuto. Abbiamo deciso lo sciopero il 29 ottobre”. D’accordo Bombardieri: “Il silenzio assordante della premier Meloni mi dà l’idea che sia d’accordo con Salvini. E’ la prima volta che nella storia della Repubblica si interviene con la precettazione di uno sciopero generale”. Quanto alla commissione di garanzia sugli scioperi, “ha deliberato non sulla base di una normativa ma di una valutazione fatta dai suoi componenti, che negli anni passati erano al governo con il centrodestra. Quindi abbiamo il dubbio che il giudizio della commissione sia quantomeno condizionato dalla politica e la certezza che, mentre deliberava, il ministro Salvini diceva le stesse cose”.

Le tensioni in audizione – Audizione contrastata quella del Garante sugli scioperi oggi in commissione trasporti della Camera. “C’è stata una esposizione mediatica che non mi sarei mai aspettata dopo una istruttoria accuratissima e consapevole delle conseguenze trattata con sensibilità estrema anche perché la nostra interlocuzione con Cgil e Uil, sia prima che dopo, è sempre stata improntata ad un dialogo aperto e franco”, ha detto la presidente Bellocchi. “Avevamo già segnalato informalmente che questa proclamazione di sciopero generale era del tutto illegittima e non poteva rientrare nei presupposti di applicazione della delibera del 2003. La legge 146, infatti non menziona mai lo sciopero generale e proprio per facilitarne l’esercizio la Commissione nel 2003 ha adottato una delibera del tutto convenzionale stabilendone i presupposti e così come l’ha creata la Commissione può anche interpretarne l’applicazione”, ha sostenuto il garante sugli scioperi, replicando ai deputati della Commissione trasporti della Camera. “La prassi della Commissione è stata quella di considerare gli scioperi proclamati non per la generalità delle categorie pubbliche e private ma per settori ancorché molto ampi, come scioperi plurisettoriali“, ha detto Bellocchi. “Lo sciopero del pubblico impiego non è generale perché riguarda un settore ancorché importante del lavoro pubblico. Quello generale nazionale dei trasporti è generale solo nella prassi sindacale ma non generale secondo la disciplina di origine convenzionale: non è generale nel senso richiesto perché pur coinvolgendo tutti i trasporti, a livello nazionale, un settore amplissimo del mondo del lavoro, non ha questo elemento unificante che riguardi tutti. Questa è stata la scelta interpretativa”, ha concluso.

Lo scontro politico – “Siamo insoddisfatti e allarmati dalla relazione del garante che non ha risposto stamattina a nessuna delle domande dell’opposizione. In particolare a una: quando uno sciopero si può definire effettivamente generale?” . “Aver definito lo sciopero del 17 novembre come multisettoriale è legato al fatto che ha vincoli di durata più stringente. Una scelta che rischia di creare un precedente gravissimo. Ci troviamo dunque davanti a una decisione che temiamo sia squisitamente politica“, dichiarano Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, e Arturo Scotto, capogruppo in commissione Lavoro alla Camera del Pd. “Chiediamo – aggiungono – che le audizioni nelle commissioni Lavoro e Trasporti continuino con i sindacati Cgil e Uil che hanno subito dal ministro Salvini la precettazione”. “La sinistra continua imperterrita il suo vergognoso attacco al garante per gli scioperi. Nell’audizione di stamattina ha insinuato, per l’ennesima volta, una presunta faziosità dell’istituzione, e non ha perso occasione per attaccare Matteo Salvini“, replicano i deputati della Lega nelle commissioni Lavoro e Trasporti. “Il ministro dei Trasporti che, a tutela di milioni di italiani, ha firmato la precettazione, aveva solo chiesto il rispetto delle regole. Regole ribadite dalla presidente Bellocchi che, a fronte di due violazioni, ha semplicemente applicato la legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Le opposizioni dovrebbero tornare a più miti consigli: smettere di politicizzare le proteste e capire che non si possono bloccare i cittadini per i capricci di qualche sindacalista”, concludono i leghisti.

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