Cultura

The Masquerade, il ruolo degli Usa nel caso Moro e quel distintivo Nato nel covo di via Gradoli ignorato da tutti| L’estratto del libro

di F. Q.

Pubblichiamo un estratto del libro The Masquerade, edito da Frascati & Serradifalco e firmato da Maurizio Fiorentini, responsabile di un collettivo romano dell’Autonomia Operaia, e da Roberto Valtolina, scrittore e ricercatore, con prefazione del giornalista Ferruccio Pinotti. Il saggio ricostruisce il decennio più sanguinoso che l’Italia ha vissuto durante la Guerra fredda, quello che va dal 1970 al 1980. Un arco temporale che inizia con la nascita delle Brigate Rosse e giunge delitto di Aldo Moro. La bussola del libro è la cornice internazionale nata a seguito degli accordi di Yalta del 1945, che si intreccia con le vicende del terrorismo di estrema sinistra. Per gli autori il caso Moro è figlio di quegli accordi, quindi fu soprattutto una vicenda internazionale. Il “partito della fermezza” che nacque durante i 55 giorni è unicum senza precedenti né continuatori e aveva l’obiettivo di preservare il bipolarismo di Yalta, come scrisse nel 2018 il socialista Rino Formica in una lettera inviata a Gero Grassi – membro della Commissione d’inchiesta sul rapimento di via Fani -, che gli autori pubblicano a chiusura del libro.

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Il verbale del ritrovamento del covo di via Gradoli è un lunghissimo resoconto gentilmente messo a disposizione di uno degli autori dal ricercatore Francesco Martines. Appena lo ebbe tra le mani, si mise non semplicemente a dargli un’occhiata, ma a catalogarlo e a studiarlo, per contestualizzare ognuno di questi innumerevoli reperti. E fu colpito dalla voce n.° 731, che si riferisce a un distintivo statunitense stranamente presente nel covo. Questo distintivo impressionò gli autori, al punto da condurre lunghe ricerche finché uno di loro non ne ha trovato un’immagine.

Ora, è sicuramente semplice sostenere che tale distintivo si possa trovare alla bancarella delle “curiosità” del mercato romano di Porta Portese o al mercatino di via Sannio, dove uno di noi andava a comprare materiale militare per il campeggio. Gli autori, insieme, hanno appurato una grande organizzazione generale e particolare della struttura che occupò via Gradoli, a tutti livelli: dall’ufficio Aci con patenti, bolli, targhe di uffici, certificati, assicurazioni al Parco auto con i mezzi pronti e chiavi in mano scelte e distribuite in tutti gli autogrill nei dintorni di Roma, alle carte d’identità, oltre a un dettagliato corredo di vestiario nonché di accessori incluse valigie, medicine, chiavi di garage e molto altro. In quel covo c’era un collezionista dettagliatissimo che archiviava e conservava ogni ritaglio di giornale di ogni singola azione, inclusi gli incendi di auto della colonna genovese delle Br, per esempio. Quindi le chiacchere sulla supposta improvvisazione delle Br svaniscono.

Piuttosto, ci ha colpito – e non poco – che tra cinque processi Moro, svariate Commissioni parlamentari, quintali di carta delle principali testate italiche dei giornali, innumerevoli saggi di storici e giornalisti d’inchiesta, nessuno abbia mai preso in considerazione il reperto n.° 731, organi investigativi inclusi, Questura di Roma, sostituto procuratore Luciano Infelisi, Criminalpol, eccetera. Abbiamo ritenuto, a maggior ragione, che fossero doverosi seri approfondimenti in merito. E ci siamo convinti che le correnti della storia simboleggiate da quel distintivo conducano all’attualità.

Il reperto 731 a cosa rimanda? Rimanda al “Saceur”, sigla che designa il Supreme Allied Commander Europe, la massima carica militare della Nato in Europa. Lo “Shape” è il quartiere generale supremo delle potenze alleate in Europa, l’ente della Nato responsabile delle attività di comando sulle forze alleate impiegate in diverse operazioni in Europa. Nel quartier generale dell’Allied Commander Europe, il comandante supremo continua ad essere un Generale d’armata statunitense. La struttura operativa del Quartier generale delle potenze alleate in Europa ha alle sue dirette dipendenze diversi comandi strategici, tra cui il comando delle forze alleate di Napoli, l’“Allied Joint force Command Naples”.

Questi “flash” militari conducono storicamente al generale Alexander Haig jr. Congedatosi dall’US Army, è stato Supreme Allied Commander Europe dal 15 dicembre del 1974 al 1° luglio del 1979. Questo periodo è curiosamente quello che copre pressoché interamente l’arco temporale che comprende l’arresto di Renato Curcio e Alberto Franceschini – avvenuto a Pinerolo l’8 settembre 1974 – e che termina con quello di Valerio Morucci e Adriana Faranda, il 29 maggio 1979, a Roma. Nel 1979 Haig rimase vittima di un attentato dinamitardo organizzato dalla Raf (Rote Armee Fraktion), dal quale uscì indenne. La Raf intendeva “salutare” il mandato del generale Haig a Mons, in Belgio. Quella che diresse il Generale Alexander Haig è la struttura delegata al completo controllo dell’organizzazione Gladio.

Il nostro eroico generale pluridecorato per Corea e Vietnam e già consigliere di Kissinger diverrà subito dopo – all’inizio del 1981 – Segretario di Stato durante la Presidenza Reagan e avrà come Consigliere speciale il caro Michael Ledeen, colui che nella seconda metà degli anni Ottanta sarà dichiarato “persona non gradita” in Italia dal nuovo direttore del Sismi Fulvio Martini, che lo accuserà di aver defraudato il Servizio di centomila dollari per consulenze fantasma. Deponendo dinnanzi alla Commissione stragi sarà il deputato di Forza Italia Umberto Giovine a porre sotto la lente d’ingrandimento la figura di Ledeen. L’allora direttore della rivista “Critica Sociale” era fautore – insieme all’avvocato Giannino Guiso – della trattativa per la liberazione di Moro. Disse che Michael Ledeen entrava e usciva dal Viminale in quei drammatici giorni: «Michael Ledeen non è uno qualsiasi, ma è forse il più esperto, non teorico ma pratico, della disinformazione americana. Michael Ledeen peraltro è anche un intellettuale apprezzato. All’epoca del caso Moro era uno dei più abili giocatori di poker a Roma». E quando il Presidente Pellegrino gli domanda «Quindi, mentre l’amministrazione Carter manda Pieczenik, Lei dice che i circoli nixoniani facevano un’operazione opposta?». Giovine risponde dicendo che «Ledeen ha contatti con il giro di Alexander Haig, che è un giro particolare, di una massoneria particolare e di Servizi di un certo tipo, come del resto è noto alle cronache. Michael Ledeen è uomo che il ministro Cossiga fa entrare direttamente nella vicenda Moro. È mai stato chiesto il suo ruolo? É mai stato chiesto a Cossiga perché si è rivolto a Michael Ledeen? Perché lo ha mandato, con quale scopo?». Alla lista delle domande ne aggiungiamo un’altra noi: è mai stato interrogato Ledeen sui suoi continui andirivieni durante la vicenda Moro al Ministero italiano degli Interni? Il Csis – Center for Strategic and International Studies – ha influenzato fortemente le politiche mondiali, di cui facevano parte uomini come Alexander Haig, Henry Kissinger, Michel Ledeen, Claire Sterling, e alcuni ex capi della Cia.

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