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Dalle armi senza licenza agli agenti alle strette sui blocchi stradali, ecco il pacchetto sicurezza del governo. Le opposizioni: “Inquietante”

Ci sono tutti i temi più cari alla destra, e non poteva essere altrimenti, nel pacchetto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri. E sicuramente alcune scelte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, che si dice “orgogliosa” delle misure sui social, solleveranno più di una domanda. Come la scelta di autorizzare gli agenti di pubblica sicurezza a detenere un’arma privata senza licenza, le misure mirate contro borseggiatrici in stato di gravidanza e l’introduzione di un nuovo reato per punire chi partecipa e/o organizza rivolte nelle carceri. Anche i blocchi stradali diventano reato.

Piantedosi e Meloni – Ci sono più tutele per le Forze dell’Ordine, sottolinea la premier indicando una serie di misure varate. Nell’elenco, anche “contrasto alle occupazioni abusive con procedure “lampo” per la liberazione degli immobili e l’introduzione di un nuovo delitto che prevede la reclusione da 2 a 7 anni contro gli occupanti abusivi”; una “stretta sulle truffe commesse ai danni degli anziani e delle persone più fragili, con un aumento della pena di reclusione da 2 a 6 anni per il reato di truffa aggravata; misure specifiche anti-borseggio e contro chi impiega i minori nell’accattonaggio, in particolare nelle metro e nelle stazioni; introduzione di un nuovo reato per punire chi partecipa e/o organizza rivolte nelle carceri; stretta contro i blocchi stradali, fenomeni che si stanno moltiplicando e che creano enormi disagi ai cittadini, verso chi impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo”.

“Il governo ha predisposto un importante pacchetto di norme, misure concrete tutte orientate e finalizzate a valorizzare il ruolo degli operatori dei comparti sicurezza e difesa e del soccorso pubblico – dice il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi -. Si migliora in maniera significativa la qualità del lavoro di chi è impegnato ogni giorno a tutelare la sicurezza dei cittadini. Inoltre ripartirà la contrattazione dei primi due trienni mancanti per il personale dirigente delle forze di polizia e delle forze armate. Ci sono poi ulteriori passi avanti nel percorso di attuazione della previdenza integrativa. E si stanziano fondi destinati a dare un concreto riconoscimento alla ‘specificità’ del comparto. C’è poi una legge delega per il correttivo al riordino del corpo dei Vigili del Fuoco, per valorizzarne funzioni e compiti al fine di incrementarne le capacità operative”.

LE REAZIONI – “Nel pacchetto sicurezza approvato oggi c’è una norma che consente di tenere armi senza licenza in casa. A me – scrive sui social il senatore del Pd Filippo Sensi.- pare pericoloso e inquietante, in un paese che conosce molti fatti di fuoco legati alle armi troppo facili. Sbagliato”. “Le notizie riportate dalle agenzie sul pacchetto sicurezza fanno presagire una stretta securitaria micidiale, ancora nuovi reati, il ministro Nordio evidentemente si è definitivamente convertito al panpenalismo, più armi, più repressione, più esibizione di muscolare potere. Per una donna al comando niente male!” dichiara Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera. “La norma contenuta nel pacchetto sicurezza approvato dal Consiglio dei Ministri di oggi che permette agli agenti di pubblica sicurezza di detenere un’arma da fuoco privata senza licenza è gravissima e carica di rischi – dice il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama – La motivazione poi è incredibile: gli agenti avranno così un’arma più leggera di quella di ordinanza. La destra è ossessionata dal tema sicurezza. Peccato che con questa nuova, geniale, norma si moltiplicheranno le armi da fuoco in giro nel nostro Paese, e questo non è un bene. Invece di adottare il numero identificativo e le body cam per le forze dell’ordine, Meloni e soci ci portano nel Far West“.

“Con la solita fanfara con cui cerca di coprire la sua legge di Bilancio disastrosa, il governo si lancia in vari annunci sulla sicurezza – affermano in una nota i rappresentanti del M5S nelle commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato Carmela Auriemma, Roberto Cataldi, Alfonso Colucci, Alessandra Maiorino, Pasquale Penza e Riccardo Ricciardi -. La realtà è che in Italia nel 2023 furti e rapine sono in aumento, dopo dieci anni di calo. E come risponde il governo? Meloni annuncia meno di un miliardo e mezzo per il rinnovo dei contratti. Troppa grazia presidente! Il rinnovo dei contratti è il minimo che deve fare il governo, e non pensi di cavarsela con aumenti di stipendio di pochi spicci, le nostre forze dell’ordine devono ricevere un riconoscimento degno. Ma di fronte alla crescente insicurezza servono più agenti a tutela dei cittadini. Invece il governo non stanzia un euro per fare assunzioni straordinarie e colmare le gravi carenze d’organico. Sono gli stessi agenti a denunciare come vengano continuamente sottoposti a turni massacranti per colmare i buchi. È inutile che Meloni prometta di pagare un po’ di più gli straordinari, poliziotti e Carabinieri chiedono sì di guadagnare di più, ma anche di poter stare con le loro famiglie anziché lavorare notte e giorno. Così il governo prende in giro le forze dell’ordine e i cittadini che vivono nell’ansia, perché in Italia la situazione della sicurezza sta peggiorando“.

PORTO D’ARMA PRIVATA PER LE FORZE DELL’ORDINE – Gli agenti di pubblica sicurezza, già autorizzati al porto di un’arma da fuoco di servizio, possono detenere un’arma da fuoco privata, diversa da quella di ordinanza, senza ulteriore licenza. Norma molto attesa dal comparto, spiegano da Palazzo Chigi, e che consentirà, ad esempio, agli agenti di avere fuori dal servizio un’arma più leggera al posto di quella d’ordinanza, di solito molto più pesante.

STRETTA CONTRO I BLOCCHI STRADALI – Il disegno di legge del governo interviene anche sul fronte dei blocchi stradali, che si stanno moltiplicando. Ora la norma punisce con una sanzione amministrativa chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo. Il provvedimento approvato stabilisce che questa fattispecie diventi reato nel momento in cui risulti particolarmente offensiva ed allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promossa e organizzata preventivamente.

ESECUZIONE DELLA PENA IN CASO DI DETENUTE MADRI – Non è più obbligatorio il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne in gravidanza o madri di figli fino a tre anni, ma è facoltativo in presenza dei requisiti di legge. Tra gli elementi che possono influire nella valutazione del giudice ci sarà, per esempio, la recidiva. È stata poi prevista la possibilità che la pena sia scontata presso gli istituti a custodia attenuata per detenute madri, fermo restando il divieto del carcere per le donne incinte e le madri dei bambini più piccoli (fino a un anno di età).

NUOVO REATO CONTRO LE RIVOLTE NELLE CARCERI – Viene introdotto un nuovo reato che punisce chi organizza o partecipa una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o con altre condotte pericolose. La pena è da 2 a 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi partecipa. Sono previste apposite aggravanti, fino a dieci anni, nel caso di uso di armi. Un’ulteriore fattispecie di reato punisce chi istiga la rivolta, anche dall’esterno del carcere, con scritti diretti ai detenuti.

CONTRASTO ALLE OCCUPAZIONI ABUSIVE – È introdotto un nuovo delitto, perseguibile a querela della persona offesa, che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui, o comunque impedisce il rientro nell’immobile del proprietario o di colui che lo deteneva. Per rendere più efficace questa norma è prevista una causa di non punibilità per l’occupante che collabora all’accertamento dei fatti e rilascia volontariamente l’immobile occupato; viene inoltre disciplinato un apposito procedimento, molto veloce, per ottenere la liberazione dell’immobile e la sua restituzione a chi ne ha diritto. In via ordinaria su questo provvederà il giudice, ma nei casi urgenti, in cui l’immobile occupato sia ad esempio l’unica abitazione della persona offesa, è prevista la possibilità che la liberazione/restituzione dell’immobile sia effettuata direttamente dalle forze di polizia che hanno ricevuto la denuncia, fermo l’intervento successivo di convalida del pubblico ministero e del giudice.

PENE PIÙ SEVERE PER CHI TRUFFA GLI ANZIANI – Prevista una stretta sulle truffe commesse ai danni degli anziani e delle persone più fragili. Viene aumentata la pena di reclusione da 2 a 6 anni per la truffa aggravata e viene prevista, per quest’ipotesi, anche la possibilità per le Forze dell’ordine di procedere ad arresto in flagranza.

MISURE ANTI-BORSEGGIO E ANTI-ACCATTONAGGIO DEI MINORI – Il questore potrà disporre il divieto di accesso nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie e nei porti per chi è già stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio o la persona commessi in quei luoghi. Inoltre, nei processi penali per tali reati compiuti nelle metropolitane e nelle altre aree del trasporto pubblico, il giudice, ove la legge consenta la sospensione condizionale della pena, dovrà comunque prevedere il divieto di accesso a tali luoghi. Si introduce, inoltre, una norma per sanzionare chi impiega minori nell’accattonaggio. Alle norme già previste per punire chi organizza o favorisce quest’attività si aggiunge una specifica norma per punire chi induce all’accattonaggio un minore di 16 anni invece di mandarlo a scuola o lo costringe con la violenza o la minaccia.

PIU’ TUTELE PER LE FORZE DELL’ORDINE IN CASO DI VIOLENZA – È introdotto un aggravamento di pena nei casi in cui i reati di violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale siano commessi contro agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria. Previsto anche un aggravamento di pena per le lesioni cagionate nei loro confronti. È aumentata la pena per chi imbratta beni mobili o immobili in uso alle Forze di polizia o ad altri soggetti pubblici, se il fatto è commesso con la finalità di ledere il prestigio o il decoro dell’istituzione.