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Laura Pausini incoronata ai Latin Grammy “persona dell’anno”. È l’ultimo baluardo della musica italiana nel mondo, più dei Maneskin

L'escamotage per imporsi oltre i confini italiani è cantare in lingua inglese e in questo i Maneskin hanno fatto centro, dal momento che i loro concerti all'estero sono un successo. A ognuno il suo percorso, onorabile e rispettabilissimo, ma la bandiera tricolore rimane comunque attaccata a Laura Pausini

Il mondo latino ha celebrato ieri sera la cantante italiana più famosa nel mondo. Laura Pausini è stata incoronata, durante una serata di Gala speciale a Siviglia, come “Latin Recording Academy Person of the Year 2023”, una delle massime onorificenze dei Latin Grammy Awards. Si tratta dell’unica artista non di lingua madre spagnola e terza donna ad essere mai stata premiata. “Sono molto onorata di essere la terza donna, insieme a Gloria Estefan e Shakira, ad essere premiata Person Of The Year. È vero, tre è un numero ancora basso, ma sta crescendo piano piano. Mi sembra incredibile far parte di questo magico trio di artiste”, ha detto Laura. La cantante è attesa anche questa sera per una esibizione top secret che racchiuderà tutti i suoi più grandi successi.

“Una delle cose che mi fa sentire più orgogliosa è il fatto che ovunque io vada nel mondo mi presentano come ‘l’Italiana più Latina del mondo’ ed è un onore immenso essere stata nominata Persona dell’anno – ha dichiarato la Pausini -. L’anno scorso ho presentato i Latin Grammy e alcuni mesi dopo mi hanno detto che il presidente Manuel Abud (CEO della Latin Recording Academy, ndr) voleva parlarmi. Ero sorpresa, mi ha chiamata su Zoom per dirmi che ero stata nominata ‘Persona dell’anno 2023’. Ho chiesto se fosse possibile esserlo non essendo di sangue latino e mi ha risposto che tutta la Academy aveva votato per eleggermi. È stato un momento bellissimo, ho pianto di orgoglio e di felicità”.

La chiave del successo della Pausini è racchiusa proprio nelle parole dello stesso Abud: “Nel corso di oltre tre decenni di carriera, la sua voce straordinaria abbatte continuamente qualsiasi barriera linguistica e di genere, creando un legame speciale con il pubblico di tutto il mondo“. Ecco perché Laura Pausini può essere definita l’ultimo baluardo della musica italiana nel mondo. L’artista si è imposta con il suo repertorio italiano a iniziare da “La solitudine”. I vari dischi poi sono stati declinati soprattutto in spagnolo e in altre lingue. Ma è nei concerti all’estero che poi la Pausini crea un medley linguistico identitario, senza mai rinunciare all’italiano che viene sempre cantato dal Canada fino al Sudamerica.

È la piccola differenza con i Maneskin, attualmente sulla cresta dell’onda nel mondo, che hanno conosciuto la popolarità con la cover di “Beggin” del gruppo statunitense The Four Seasons, pubblicato nel febbraio 1967, eseguita a X Factor e riesplosa, dopo la vittoria a Eurovision Song Contest con “Zitti e buoni”. Ma, a onor del vero, c’è da dire che sono anche cambiati i tempi. Ormai dagli anni 2000 è sempre più difficile che la musica del nostro Paese, specialmente cantata nella nostra lingua, possa entrare nei circuiti radiofonici o televisivi internazionali. Quindi l’escamotage per imporsi oltre i confini italiani è proprio quello di proporsi in lingua inglese e in questo i Maneskin hanno fatto centro, dal momento che i loro concerti all’estero vanno benissimo. Ma è un’altra cosa rispetto al rappresentare la lingua italiana e la tradizione musicale del nostro Paese nel mondo. Insomma a ognuno il suo percorso, onorabile e rispettabilissimo, ma la bandiera tricolore rimane comunque attaccata a Laura Pausini. I Maneskin si tengano strette le bellissime parole di Mick Jagger: “Mi stupisce che la più grande rock band nel mondo sia italiana. L’Italia ha una tradizione musicale fantastica, ma non è certo conosciuta per le rock band”.

(Foto: Courtesy of The Latin Recording Academy®)