Niente Olimpiadi di Parigi nel 2024. Alex Schwazer non potrà partecipare ai prossimi Giochi per la squalifica per doping, decretata dalla Wada alla vigilia di Rio 2016. Il marciatore altoatesino lo ha annunciato nel corso della puntata del Grande Fratello, il programma in onda su Canale 5 al quale sta partecipando: “La decisione non è stata favorevole”. La Wada, l’agenzia mondiale antidoping, ha infatti comunicato a Schwazer di non aver accettato una riduzione della sanzione che scadrà quindi, come da programma, il 7 luglio del prossimo anno. In questo modo Schwazer non potrà prendere parte alle qualificazioni alle Olimpiadi, in programma dal 26 luglio all’11 agosto 2024.

“Sono dispiaciuto. Ritengo che sia una decisione profondamente sbagliata, non è stata una decisione neutra – ha detto il campione olimpico di Pechino 2008 – Credo di pagare per il fatto di non aver accettato un verdetto della giustizia sportiva e di aver lottato per la mia innocenza. Valuterò nei prossimi giorni, anche in relazione alla mia permanenza nella casa. Vi chiedo di non far drammi”. Da quando è entrato nella casa, Schwazer, 38 anni, ha continuato ad allenarsi in attesa del verdetto della Wada.

Il suo “caso” è stato uno dei più controversi degli ultimi anni. Nel 2016 è stato squalificato per 8 anni per doping recidivo. Venne infatti trovato positivo al testosterone durante un controllo domiciliare effettuato l’1 gennaio 2016. Dal momento in cui venne diffusa la notizia della sua positività, poche settimane prima delle Olimpiadi di Rio, alle quali sarebbe tornato dopo la precedente squalifica per doping, Schwazer ha sempre sostenuto di essere innocente nonché vittima di una “manipolazione” dei campioni.

Il tutto – ad avviso suo e del suo allenatore Sandro Donati, paladino dell’antidoping – sarebbe riconducibile alle sue ammissioni precedenti su come funzionava il “sistema” del doping nel mondo della marcia mondiale. Sette anni dopo quel gennaio 2016, la vicenda penale si è conclusa con una sostanziale doppia archiviazione: il Tribunale di Bolzano ha ritenuto che Schwazer non si fosse dopato ma nel nulla sono finite anche le vicende legate al presunto complotto.

Il giudice Walter Pelino scrisse che riteneva “accertato con alto grado di credibilità razionale” che i campioni di urina prelevati al marciatore di Recines “siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi e dunque di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta, come pure del suo allenatore Sandro Donati”. Disponendo l’archiviazione, restituì gli atti alla procura di Bolzano affinché valutasse i reati di falso ideologico, frode processuale e diffamazione a carico dei presunti autori della manipolazione. A marzo di quest’anno, però, la procura ha chiuso l’inchiesta spiegando di non aver trovato alcun elemento a supporto di quanto scriveva il giudice.

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