Era già una giornata storica prima ancora che iniziasse la partita. Lo è diventata quando Hubert Hurkacz (sostituto dell’infortunato Stefanos Tsitsipas) ha portato a casa il secondo set nella sfida del pomeriggio contro Novak Djokovic. È quello l’istante che ha reso Jannik Sinner il primo italiano nella storia ad accedere alla semifinale delle Atp Finals. Da quel momento in poi la tensione che si stava accumulando attorno alla sfida contro Holger Rune è andata via via scemando, lasciando il posto a una festa di popolo terminata con il punteggio di 6-2 5-7 6-4 a favore dell’azzurro. L’ennesimo tabù spezzato di questa stagione (prima vittoria contro il danese). La ciliegina sulla torta che serviva per garantirsi il primo posto nel girone a punteggio pieno, 600 punti in classifica e per “salvare” Novak Djokovic.
Dopo la vittoria in tre set contro Hurkacz, Nole era nella scomoda e inedita posizione (per lui) di non avere il destino nelle proprie mani. Aveva bisogno necessariamente di un successo di Sinner per passare al turno successivo come secondo, evitando così una eliminazione precoce che alle Atp Finals non si verifica dall’edizione londinese del 2011. Per sua fortuna l’altoatesino ha vinto, decretando invece l’eliminazione di Rune. Il danese aveva tra mani il jolly per ottenere un prestigioso tris, qualificazione in semifinale, primato nel gruppo e scalpo del numero 1 del mondo, ma questo Sinner ormai non ha più tempo per fare regali agli avversari. E questa è un’altra caratteristica acquisita faticosamente nel tempo, necessaria nel processo per diventare un grande dello sport. Adesso l’azzurro potrebbe ritrovarsi Nole in un’eventuale finale, ma forse, per quello che si è visto fino a questo momento, l’avversario principale non sembra essere il serbo o Carlos Alcaraz, bensì l’ex bestia nera Daniil Medvedev.
Le tre partite giocate ci hanno consegnato un Sinner ripulito da ogni timore reverenziale, in grandissima condizione mentale, e pienamente consapevole delle proprie capacità. Ogni successo nel girone ha un valore differente e preciso. Tsitsipas è stata la vittoria autorevole. Djokovic quella della consacrazione. Rune la prova del 9 che è andata oltre anche a qualche fastidio fisico, quando si deve dare quel qualcosa in più. Uno sviluppo radicale, che gli ha donato anche una varietà di repertorio nuova. Ora Jannik non è più solo un giocatore da fondo. E a testimoniarlo c’è la volée bassa con cui si è preso il break decisivo nella partita contro Rune. Un colpo dall’altissimo coefficiente di difficoltà. L’abnegazione e l’ossessione di arrivare in alto sono state le chiavi per sopperire alla mancanza di quella sensibilità tecnica innata che invece è stata concessa ad altri, come ad esempio Nick Kyrgios o Lorenzo Musetti.
La prima semifinale alle Atp Finals di un tennista italiano è un risultato che va oltre le più rosee aspettative di inizio stagione, che costringe a non porsi più limiti. L’obiettivo adesso non può essere che uno solo: la vittoria finale. L’attesa in vista della semifinale è alta, così come alta è la fiducia di Sinner. Ma appunto, chi dovrà affrontare l’altoatesino? Rublev è matematicamente eliminato, mentre Medvedev è stato il primo qualificato di questa edizione. Al numero 3 del mondo però manca ancora da acquisire una posizione finale nel gruppo. Gli altri in corsa sono Carlos Alcaraz e Alexander Zverev. Il tedesco è l’unico contro cui l’azzurro non ha vinto in questo anno, è anche l’artefice dell’eliminazione di Jannik agli ottavi di finale degli ultimi Us Open. Medvedev era il grande tabù della carriera, ma è stato sfatato negli ultimi due confronti a Pechino e Vienna. Alcaraz (apparso fino a qui lontano dalla condizione migliore) invece è stato battuto due volte su tre in questo 2023.
Indipendentemente dall’avversario Sinner sarà chiamato a partire bene, così come nel match contro Rune. Due break di vantaggio in diciassette minuti di gioco e primo set conquistato con un rovescio in rete del danese. Nel secondo set Rune entra in partita, non sfrutta una palla-break all’inizio e mantiene il servizio con maggior facilità. L’equilibrio si rompe a ridosso del tie-break, grazie a un lob del danese che vale il set alla terza occasione consecutiva. È il momento più difficile per Sinner, alle prese anche con un piccolo problema alla base della schiena. L’azzurro però si riprende l’inerzia del match, cominciando a guadagnarsi palle break. In totale sono 6. Cinque vengono salvate da Rune, ma non la sesta, che manda Sinner a servire per il match. È fatta, l’ultimo diritto rabbioso del danese finisce in corridoio. Anche Rune è domato.
“Nel primo set – ha dichiarato Sinner nel post-gara – ho giocato molto bene, nel secondo invece sono calato. Ma nel terzo sono contento di come ho reagito, ho avuto palle break, subito non le ho sfruttate, ma l’importante è che siamo in semifinale. Vincere qui è sempre bellissimo. Come benzina sono messo bene, le energie ci sono. E poi prima della semifinale c’è un giorno di riposo in cui posso dormire un po’ e poi non vedo l’ora di tornare in campo sabato”. E sul prossimo avversario sottolinea come siano “tutti giocatori fortissimi, alla fine cambia poco quando devi affrontare i migliori del mondo“.