Lo scorso lunedì 13 novembre il tribunale di Roma ha condannato in primo grado a 3 anni di reclusione Andrea Piazzolla, il factotum di Gina Lollobrigida, per circonvenzione di incapace. In queste ore quella parte dell’opinione pubblica che si è schierata a favore del figlio dell’attrice, Milko Skofic, che si dichiara soddisfatto della sentenza, è convinta che, almeno in primo grado, sia stata fatta giustizia perché Gina Lollobrigida era un’anziana vulnerabile e suggestionabile e perché, come scrive Antonella Boralevi su Huffington Post, “una diva di 82 anni incontra un bel ragazzo di periferia che ne ha 21 … e il triste epilogo della nostra diva nazionale sta tutto dentro questi numeri”.
Un’altra parte dell’opinione pubblica invece è convinta della buona fede dell’assistente della Lollo che dopo la lettura del dispositivo ha dichiarato alla stampa di essere stato l’unico a prendersi cura di Gina Lollobrigida con amore quando era in vita e anche ora e di non aver mai visto al cimitero di Subiaco dove la diva è sepolta il figlio, il nipote o il presunto marito dell’attrice.
Posto che le sentenze si debbono accettare ma si possono commentare, la domanda che mi faccio e che si fanno gli amici di vecchia data di Gina Lollobrigida che ho avuto modo di sentire è: se fosse ancora in vita, cosa direbbe la Bersagliera riguardo a questa condanna? Perché ciò che suona più stonato e difficile da accettare è il ritratto che di Gina Lollobrigida esce da una sentenza che la definisce debole, vulnerabile, facilmente influenzabile e incapace di autodeterminarsi; mentre per tutte le persone che l’hanno frequentata nell’ultimo decennio, la Lollo non ha mai ceduto di un millimetro rispetto a quella che è sempre stata la sua natura, la sua indole e la sua personalità fortemente volitiva, caparbia e ostinata nel prendere le decisioni che riguardavano la sua professione di artista di fama mondiale così come la sua vita privata e gli affetti di cui circondarsi.
Una donna che ha sempre inseguito le sue passioni e ha sempre scelto liberamente chi frequentare o meno, a chi regalare la sua stima e il suo affetto, quali relazioni interpersonali mantenere e quali interrompere se veniva delusa da qualcuno con cui riteneva di non voler avere più rapporti. Una donna che, ad un certo punto della sua vita, decide di farsi accompagnare agli eventi pubblici da un imprenditore spagnolo, Javier Rigau, un uomo che per un certo periodo di tempo frequenta prendendo in considerazione persino l’idea di accettare la sua proposta di matrimonio per poi legittimamente esercitare la decisione di cambiare idea perché, a suo avviso, quest’uomo cercava solo pubblicità e prestigio attraverso il suo nome e aveva anche tentato di truffarla facendole sottoscrivere un matrimonio per procura che lei non avrebbe mai voluto contrarre.
Una donna che, in un altro momento della sua vita, incontra un giovane, Andrea Piazzolla, che inizialmente l’assiste come factotum e poi diventa uno dei suo affetti più cari, le riempie la vita, secondo le sue stesse dichiarazioni pubbliche, la fa sentire giovane, le organizza feste di compleanno indimenticabili e vacanze che le fanno assaporare ogni momento di una vita che, anche a 90 anni, ognuno dovrebbe avere il diritto di vivere come più desidera – anche se questo entra in contrasto con la volontà di un figlio che, sempre a detta della diva, non si è mai curato dei bisogni e delle passioni della madre, per poi improvvisamente tornare ad interessarsene quando avverte il pericolo di essere sostituito da una persona che ama sua madre e se ne prende cura in ogni occasione e in tutti i modi possibili.
Mi ha fatto molta impressione sentire Bruno Vespa durante la trasmissione “Cinque Minuti” domandare al figlio della Lollo: “Ma in coscienza, lei è stato un buon figlio? Si metta nei panni di sua madre… le è stato vicino? La ha assistita? Io questo non lo so…”, perché a mio avviso la questione sta proprio in queste parole, non nella suggestione del bel ragazzo di periferia dell’articolo di Antonella Boralevi che circuisce l’anziana miliardaria per approfittarsi del suo patrimonio.
E mi fa molta impressione anche l’affermazione di Milko Skofic quando nella stessa trasmissione dichiara che sua madre sul letto di morte in ospedale gli avrebbe confidato di aver sbagliato tutto allontanando lui e il nipote dalla sua vita e accogliendo Andrea Piazzolla fra i suoi affetti. Perché questa versione è stata più volte smentita dal cardiologo della Lollo, Francesco Ruggiero, e dai suoi amici intimi che hanno sempre dichiarato che l’attrice, durante il ricovero che ha preceduto la sua scomparsa, purtroppo non era più cosciente e non era in grado di proferire parola.
Di parole invece ne aveva dette moltissime fino a qualche tempo prima ai suoi più cari amici, così come a stampa e tv, riguardo al fatto che negli ultimi anni della sua vita aveva avuto la fortuna di trovare in Andrea Piazzolla una persona che l’aveva resa davvero felice.