Calcio

Italia, superata la pratica Macedonia (5-2): per andare agli Europei basterà non perdere lunedì contro l’Ucraina

Un anno e mezzo fa, nella notte maledetta di Palermo, l’Italia si era sciolta al cospetto della più modesta delle formazioni balcaniche, dicendo addio al Mondiale in Qatar e chiudendo di fatto il ciclo di Roberto Mancini in azzurro. Esattamente come in quelle qualificazioni, c’è un altro rigore sbagliato da Jorginho (vi ricordate l’errore decisivo all’ultimo minuto con la Svizzera?). E pure un tiro che si infila beffardo alle spalle di Donnarumma. Ma stavolta l’Italia, che un pochino ha tremato, non sbaglia. Fa semplicemente il suo dovere, travolge alla fine 5-2 la Macedonia del Nord all’Olimpico. Si porta a soli novanta minuti dalla qualificazione a Euro 2024. L’obiettivo minimo, diventato ormai un traguardo così faticoso per il calcio italiano. Di mezzo rimane solo l’Ucraina.

Contro lo stesso avversario contro cui abbiamo fatto la peggior figuraccia della nostra storia, sempre modesto e stavolta anche senza motivazioni, l’Italia non poteva proprio non vincere. Gli aspetti più positivi della serata sono paradossalmente proprio nei suoi momenti più difficili. L’ennesimo rigore fallito da Jorginho, che poteva atterrire se non nel punteggio (l’Italia stava già vincendo ed era in pieno controllo) almeno nel morale. E poi la rimonta macedone nella ripresa. In entrambi i casi, la reazione degli azzurri è stata ferma e immediata, da squadra viva, qualità fondamentale che si era smarrita nell’ultimo Mancini. L’altra faccia della medaglia sono le troppe incertezze contro un avversario così inferiore. Lo sbandamento già visto nella vittoria contro l’Ucraina, che è sembrato soprattutto mentale più che fisico. Sintomo che il paziente non è ancora del tutto guarito dalla cura Spalletti e che lunedì, nello “spareggio” contro l’Ucraina, sarà dura.

Forse per questo in una serata delicata, che ne precede un’altra ancor più difficile e quindi richiede un po’ di turnover, Spalletti si affida anche all’esperienza. Ripesca Jorginho in mezzo al campo, conferma il 34enne Bonaventura che in Serie A sta facendo numeri da record, sceglie Darmian terzino. Ed è proprio il difensore nerazzurro a sbloccare subito la gara al quarto d’ora, dopo che già lo aveva fatto Raspadori con uno scavetto delizioso ma in fuorigioco, sbucando di testa su calcio d’angolo. Il gol, seppure in mischia, non è casuale. La nazionale ha approcciato bene la gara, con determinazione, padronanza, idee. E una qualità infinitamente superiore agli avversari. La base è il blocco interista (la difesa non è tutta nerazzurra solo per l’infortunio di Bastoni, sostituito da Gatti) e si vede anche qualche movimento “alla Inzaghi”, con Dimarco che taglia in mezzo al campo fin quasi all’altezza delle punte per creare scompiglio fra le linee macedoni. Chiesa e Berardi giocano larghissimi per favorire gli inserimenti, e lo juventino sarà il miglior in campo.

L’Italia supera di slancio anche l’ostacolo dell’emotività, l’episodio che potrebbe cambiare la partita in negativo: alla mezzora l’arbitro fischia rigore (mani in area, netto), dal dischetto si ripresenta Jorginho che sbaglia con la solita rincorsa. Per qualche secondo cala il gelo sull’Olimpico, su tutta Italia. Poi Chiesa, su assist di tacco di Barella, segna da fuori sull’azione immediatamente successiva, e torna il sereno. La pratica sembra archiviata prima dell’intervallo, ancora dallo juventino, con un tiro a giro deviato che si infila all’incrocio.

La ripresa potrebbe anche essere un lungo defaticante in vista dell’Ucraina, se l’Italia non si addormentasse colpevolmente. La rete immediata di Atanasov dà fiducia ai macedoni. Bonaventura spreca da due passi, Spalletti cambia un po’ di uomini ragionando già sul doppio impegno. Ma la Macedonia accorcia ancora, sempre con Atanasov, con una conclusione deviata da Acerbi. E sul 3-2 qualche brutto pensiero ritorna davvero. Per fortuna arriva il gol di Raspadori, a dieci dalla fine, a chiudere i giochi. Nel recupero, c’è spazio pure per il 5-2 di El Shaarawy. Con qualche brivido di troppo, l’Italia di Spalletti ha scacciato lo spauracchio Macedonia. Non ancora i fantasmi: per andare agli Europei bisognerà non perdere contro l’Ucraina, lunedì, a Leverkusen, in campo neutro. Un’altra notte da brividi.

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