“Gianni Boncompagni? Lo hanno infangato, con me è sempre stato corretto”. È una Alessia Merz a tutto campo quella che si racconta oggi in una lunga intervista al Corriere della Sera in cui confessa che la tv – di cui è stata protagonista per una lunga stagione – le manca sì, ma nemmeno troppo. Niente sindrome da “assenza della lucetta rossa” delle telecamere per l’ex Velina e prima ancora protagonista di Non è la Rai, creatura boncompagnesca che a distanza di trent’anni ancora fa parlare e discutere.
Lolitismo spinto, competizione alle stelle e molti sogni infranti. Una su mille ce la fa e la Merz, a modo suo, ce l’ha fatta. Arrivata a Roma da outsider, passa il provino conquistando un mese di prova e finisce subito nel mirino: “Ricordo le terribili mamme delle altre concorrenti. ‘Questa viene qui a rubarci il lavoro’”. Insomma, Bellissima di Visconti ma in salsa Studi Palatino (dove veniva registrato il programma, ndr), con Boncompagni gran visir che decide il destino artistico e non di 130 ragazzine pronte a tutto per conquistarsi un’inquadratura. La Merz ci riesce al primo colpo, il contratto di un mese diventa di un anno e fa il grande salto: “Di colpo mi cambiò il mondo. Fissa in prima fila, le stesse ragazze che prima mi detestavano di colpo mi coccolavano, mi portavano l’acqua, mi lisciavano i capelli, mi facevano i massaggini sul collo, sperando di rubare un’inquadratura grazie a me”. Un anno diventa “tre anni di intensa selezione naturale” sotto l’ala protettrice di Boncompagni, che la Merz definisce “geniale, ironico, era allo stesso tempo una persona molto sola”. E ancora: “Lo hanno infangato, con me è sempre stato corretto. Magari ti invitava a casa sua, bastava dire di no, non è che cascassi dal pero”.
Lo step successivo è l’approdo a Striscia la Notizia con un provino memorabile: “Entrò un tizio che si tirò giù i pantaloni, era una gag, fa capire il clima goliardico. Mi presero, anche se a ballare ero abbastanza negata. Antonio Ricci mi soprannominò ‘Pinocchio’, perché ero di legno”. Si ritrova in coppia con Cristina Quaranta e all’inizio si detestano: “Mi provocava. “Sei troppo moscia, reagisci”. Cambiava apposta la coreografia per farmi sbagliare. Alla prima intervista ufficiale si raccomandarono: ‘Fingete di andare d’accordo’”. Finirono per litigare pesantemente poi per diventare amiche per la pelle. Il successo la travolge: fa l’inviata a Quelli che il calcio, poi conduce con Amadeus e Gene Gnocchi Meteore (“Samantha Fox rifiutò di farsi intervistare da me, perché non si vedesse che ero molto più alta”) e venne scelta come protagonista del film Jolly Blu sugli 883, battendo la concorrenza di una giovanissima Angelina Jolie: “Il regista Stefano Salvati scelse me invece di lei. E non era nemmeno ubriaco”. Stracult l’episodio sullo spot per Barilla che girò con Gerard Depardieu: “Diretto da David Lynch. Durante le riprese a piazza Navona passò a trovarci Roman Polanski. Tre mostri sacri. Ma la gente intorno gridava: ‘C’è Alessia di Non è la Rai’”. Non rinnega nulla, nemmeno i calendari sexy, non ha rimpianti e le piace la vita che fa: sposata con l’ex calciatore Fabio Bazzani – stanno assieme da 18 anni, un record nell’ambiente -, che conobbe grazie a Simona Ventura e Stefano Bettarini, ha due figli e non chiude le porte alla tv. “Dopo i primi no hanno smesso di chiamarmi. Ma non sono pentita, sono felice così, non sto mica chiusa in casa con Netflix. Ogni tanto faccio qualche cosetta per togliermi lo sfizio, non ci ho messo la croce sopra”.