“Liberateli adesso”. È il grido che arriva dalla folla di migliaia di persone che, arrivate in corteo a Gerusalemme davanti agli uffici del premier israeliano Benyamin Netanyahu, chiedono maggiore impegno per la liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre. “Non abbiamo il privilegio di poter aspettare ancora che i nostri cari vengano liberati per buon cuore e buona volontà, perché questa cosa non avverrà mai”, ha detto nel suo intervento in piazza, Yuval Haran, che aspetta il ritorno a casa di sette membri della sua famiglia portati nella Striscia di Gaza. Si tratta della tappa finale della marcia organizzata dai familiari degli ostaggi e partita da Tel Aviv martedì scorso. Decine di migliaia di persone – questi i numeri degli organizzatori – hanno sfilato in corteo dopo aver percorso a piedi 63 chilometri sulle autostrade di Israele. I partecipanti, arrivati a Gerusalemme, hanno intonato l’inno nazionale israeliano, issato bandiere e le foto degli ostaggi
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