Non ha superato nemmeno la seconda prova di volo il razzo Starship di SpaceX, l’azienda aerospaziale del multimiliardario statunitense Elon Musk, progettato per raggiungere in futuro la Luna e Marte. Sette mesi dopo il fallimento del primo tentativo, il veicolo è decollato sabato dalla Starbase (la struttura della compagnia nel sud del Texas) innalzandosi sopra il golfo del Messico: l’obiettivo era separare la navicella Starship dal booster Super Heavy e spedirla intorno al globo per compiere un’orbita quasi completa, per poi farla ammarare nell’oceano Pacifico, intorno alle Hawaii. Tre minuti dopo il lancio Starship si è staccata con successo dal booster, che è esploso: prima che potesse raggiungere l’altitudine di 240 chilometri necessaria a entrare in orbita, però, il centro di controllo di SpaceX ha perso i contatti e circa dopo 12 minuti l’astronave è stata fatta esplodere.

Lo Starship, alto 122 metri, è il razzo più grande e potente mai costruito: in suo primo volo, in aprile, è durato appena quattro minuti, dopodiché il relitto si è schiantato nel golfo. Da allora, l’azienda di Musk ha apportato decine di miglioramenti al booster e ai suoi 33 motori (che generano quasi 7,5 milioni di chilogrammi di spinta) nonché alla rampa di lancio.

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