“Io dispiaciuto che Schlein e Conte non siano venuti alla manifestazione del 17 novembre? Assolutamente no, anche perché entrambi hanno mandato ampie delegazioni di parlamentari e di dirigenti del Pd e del M5s che hanno partecipato alla nostra protesta per esprimere la solidarietà dei partiti”. Così nella trasmissione In altre parole (La7) il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, risponde ad Alessandra Sardoni che gli chiede lumi sull’assenza dei leader del Pd e del M5s alla manifestazione di Cgil e Cisl.
Landini aggiunge: “Noi abbiamo chiesto incontri a tutte le forze politiche e proprio Schlein e Conte ci hanno esplicitamente detto che in Parlamento intendono sostenere le proposte di modifica alla legge finanziaria da noi avanzate”.
Il sindacalista, che esordisce ironizzando su Matteo Salvini (“Non ho ancora avuto il piacere di sentirlo dopo la manifestazione. Questa settimana con lui ho avuto solo colloqui indiretti, diciamo così”), respinge una tesi ormai atavica dei giornali di centrodestra, e cioè che lui abbia l’ambizione di diventare il nuovo leader di centrosinistra: “Ormai non so più come rispondere. Potrei farlo cantando, ma è meglio Roberto Vecchioni, perché io non sono capace di cantare. So solo che questa storiella che si racconta è solo un modo per parlare d’altro, per sminuire e per non fare i conti con le proposte che come sindacati, in questo caso Cgil e Uil, stiamo facendo. Ricordo che abbiamo indetto questo sciopero anche per chiedere una riforma fiscale vera”.
E chiosa sull’accusa secondo cui i sindacati facciano politica: “In Italia il sindacato confederale da sempre fa politica, perché non si limita a tutelare la condizione nei luoghi di lavoro, ma vuole garantire i diritti ai lavoratori come cittadini anche fuori da quei luoghi”.