Televisione

Morgan fuori da X Factor: dopo “lo show” nell’ultima puntata live, la decisione

Fonti vicine alla casa di produzione Freemantle confermano a FQMagazine che in queste ore si starebbero preparando le carte necessarie al "licenziamento" del giurato-cantautore-divulgatore. Sarà realmente così?

di Claudia Rossi

Morgan fuori da X Factor? Déjàvu. Fonti vicine alla casa di produzione Fremantle confermano a FQMagazine che in queste ore si stanno preparando le carte necessarie al “licenziamento” del giurato-cantautore-divulgatore. Si potrebbero usare diversi proverbi (tanto tuonò che piovve, tanto va la gatta al lardo…), l’odore di uscita era nell’aria, ancora più penetrante dopo l’intervista che il cantautore ha rilasciato a Fanpage questa mattina, 19 novembre. Parla al passato, Marco Castoldi: “Io sono andato lì per risollevare le sorti di un programma che era agonizzante e la mia funzione è stata quella di analizzare come mai lo era. È stato molto chiaro che il motivo per cui non interessava più alla gente è che si era spento l’interesse sulla musica e sulla qualità dei commenti, dei discorsi sulla musica”.

Tutto giusto, anche quando poco dopo fa notare che “c’è stato un lavoro di selezione di repertorio, tecnicamente, molto sofisticato e che ha portato, non solo me ma anche tutti gli altri, ad assegnare brani molto importanti e molto profondi, rappresentativi di idee, anche politiche, storicamente importanti come appunto da Gaber agli Skiantos, dalla Carmen di Bizet a Jacques Brel e Battiato, da Otis Redding a Sting”. Il repertorio basta se non ci sono talenti tali da “reggerlo”? No. E soprattutto, ha senso un discorso di questo tipo se l’occhio di bue è perennemente puntato sulla giuria e su un giurato in particolare? No. Peraltro, Castoldi critica l’eccessiva presenza di marchi in forma di product placement (rispondendo a una domanda che, di nuovo e senza essere Tom Ponzi, sa di ‘alla prossima, tante care cose‘ e cioè “Che cosa avevi in mente che non sei riuscito a fare?“): viene da chiedersi come pensa che gli paghino il cachet ma forse un giorno ce lo spiegherà.

Morgan ha ragione, ha riporato il programma al centro del piccoli dibattiti sulla tv. È stato effettivamente chiamato come enzima per catalizzare l’attezione su un programma morto e stecchito e ha fatto il suo. Solo che l’ultimo live è diventato un Morgan show e forse è stato un filino troppo: Morgan e il fuorionda con Ambra (finalmente qualche titolo da quel format mummia), Morgan che dice a Fedez che è “troppo depresso” (salvo poi scusarsi), Morgan che pungola senza neanche mezza traccia di eleganza la stoica Francesca Michielin, Morgan che discute con Dargen D’Amico manco fosse in veranda, a casa sua.

Tutto quello che serve ai social per parlarne, ai giornali per titolare, al programma per racimolare qualche manciata di spettatori in più. E allora perché via? Perché la misura è colma? Torniamo ai proverbi. Perché così era scritto? Perché qualcuno dei colleghi è così stufo, ma così stufo che ha detto “o io o lui” e a conti fatti, meglio un Morgan in meno che un caos gigante come l’addio della conduttrice o che so io? Intanto, anche questo fa show. In attesa di smentita (?), ci culliamo nel piacere di vedere che una cosa studiata al liceo, quella degli enzimi che accelerano le reazioni biologiche senza venire modificati, si ritrova anche in natura, per l’esattezza nel soggetto Morgan che è entrato a X Factor, ha attirato l’attenzione e velocizzato il processo di consapevolezza: se senza di lui è un programma morto, perché farlo?

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