Nella fuga dai bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, alcune decine di famiglie con doppio passaporto hanno avuto la possibilità di entrare in territorio egiziano, attraversando il valico di Rafah. Una fortuna da una parte (la maggioranza dei palestinesi non ha questa opportunità), ma anche un scelta difficile e dolorosa per chi lascia dietro di sè famiglia, amici e la propria città distrutta. “Ora il futuro appare ancora più incerto e la nostra casa sempre più lontana” – racconta un’operatrice di Oxfam (di cui omettiamo l’identità per ragioni di sicurezza) in questa testimonianza audio. “Negli ultimi giorni trascorsi a Gaza la situazione era terribile. Mancava il gas per cucinare e alcuni cibi si stavano esaurendo”.

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze giornaliere degli operatori e dei manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco.
Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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