One chip challenge: potremmo chiamarla scherzosamente “la sfida della patatina”, ma da scherzare c’è poco. Da gennaio, quando è partita questa gara social che spinge a mangiare un cibo piccantissimo, si contano numerosi malesseri, tra cui il ricovero ospedaliero di un tiktoker italiano, e a settembre è morto un quattordicenne negli Usa, a quanto pare proprio per la patatina. Finita ora sotto il mirino dell’Antitrust: si sospetta una possibile pratica commerciale scorretta che spingerebbe i giovani all’acquisto e al consumo di un prodotto ai fini di una sfida. Già in precedenza si erano mossi i Nas e, negli Usa, un prodotto era già stato ritirato in via cautelativa dal mercato. Ma il trend non sembra affatto esaurirsi.
Peperoncini infuocati
500.000 visualizzazioni solo su TikTok: a tanto ammontano i numerosi video in cui si vede una persona mangiare una patatina (per la precisione una tortilla chip), e gli effetti più o meno marcati di questo consumo. Perché non stiamo parlando di una patatina qualsiasi, ma di un unico esemplare per confezione condito con due dei peperoncini più piccanti al mondo, tra cui il Carolina Reaper, un ibrido che può toccare 1.500.000-2.200.000 unità Scoville – una scala per la misurazione della piccantezza: per intenderci, un tipico peperoncino calabrese arriva “appena” a 30.000-50.000 unità. Il prodotto è facilmente reperibile su internet al costo di circa 10 € per 6 g – ben 1670 euro al kg! Dopo l’ingestione, bisogna resistere il più a lungo possibile senza ricorrere a rimedi per attenuare la piccantezza, come pane o latte. Il fatto è che di per sé mangiare piccante a dosi normali (variabili a seconda della tolleranza individuale, ma sempre basse) non fa male: a livello scientifico sono riconosciuti benefici per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e di alcuni tumori – ma ne possono derivare disturbi per l’apparato gastrointestinale, compresi ulcere e reflusso gastroesofageo. E se un pizzico di peperoncino in più può dare un po’ di bruciore passeggero, un eccesso può irritare fortemente le mucose, provocare gonfiore in gola, difficoltà respiratorie e altre conseguenze molto dolorose. Ma come si arriva a tanto?
Perché il piccante
Molte cucine del mondo amano i piatti speziati, per esempio quella indiana o messicana, ma pure calabrese: proprio a Diamante (CS), una volta all’anno si svolge infatti il Peperoncino festival, una gara tra mangiatori di peperoncino. Capace di dare forti sensazioni, il piccante indubbiamente attrae, anche se la sfida social appare ben più estrema. “Ci sono molti elementi che si intrecciano”, spiega la dott.ssa Francesca Bergamo, psicologa di Milano. “Per cominciare, c’è la fascinazione per l’estremizzazione dei comportamenti, il bisogno di mettersi in mostra a tutti i costi, tipico del processo evolutivo dell’adolescenza”. Da sempre, per gli adolescenti le sfide sono un test di coraggio e di identità per sentirsi accettati dal proprio gruppo. “Ma mentre un tempo le sfide avvenivano vis-à-vis, nelle strade, oggi sono sui social, che offrono un’enorme cassa di risonanza e quindi un maggior rischio di condizioni estreme. Sui social l’asticella si alza, il ragazzo sente di dover fare di più per farsi accettare”. Nello specifico, ricorrere al piccante appare semplice e non molto rischioso. “La patatina è di facile reperibilità e poco costosa. Il suo potere non viene riconosciuto: il peperoncino è un alimento noto e familiare”. Cosa mai potrà fare un po’ di peperoncino? Ecco dunque un modo facile e veloce per mostrarsi forti e infallibili, guadagnare visualizzazioni e quindi un’ammirazione di certo effimera, ma ampia. “Negli adolescenti il lobo prefrontale non è ancora formato, quindi non si ha la consapevolezza delle conseguenze di un certo comportamento”. C’è invece la certezza che il piccante a me non farà male, e mostrerò a tutti come sono bravo e potente. Anche il momento dell’unboxing è importante, sottolinea la psicologa. È una fase preparatoria verso la prova di coraggio, un momento prezioso per sentirsi ammirati, come su un palcoscenico. Purtroppo, dietro a tutto ciò c’è pure una spinta commerciale.
Bare e fiamme
In genere questa tortilla, vera e propria bomba di piccantezza, è in vendita in un’accattivante confezione a forma di bara circondata da fiamme rosse, comprendente anche guanti di lattice per maneggiare la bombetta in tutta sicurezza. Non mancano le avvertenze: il consumo può causare temporaneamente estremo bruciore in bocca, visione sfuocata e problemi respiratori, ed è sconsigliato a chi ha problemi di salute o allergia alla capsaicina, a bambini, donne incinte e nutrici. Ma non manca l’invito a filmarsi mentre si apre la confezione, si mangia la patatina e se ne sopporta spavaldi la piccantezza, per poi pubblicare il video con l’hashtag #hotchipchallenge. Tutto sommato, meglio forse tornare alla vecchia aglio, olio e peperoncino!