Ha voluto manifestare la sua contrarietà per la narrazione del suo giornale sulla guerra a Gaza, così Anne Boyer, poeta, saggista e giornalista vincitrice del premio Pulitzer, nei giorni scorsi si è dimessa dal suo incarico per il New York Times Magazine. È stata lei stessa a rendere nota la decisione attraverso una lettera pubblica, spiegando le proprie ragioni etiche e professionali su Substack, una famosa newsletter americana.

“Mi sono dimessa da responsabile della pubblicazione delle poesie del New York Times Magazine. La guerra sostenuta dagli Stati Uniti dello Stato israeliano contro il popolo di Gaza non è una guerra per nessuno. Non c’è sicurezza in essa o da essa, non per Israele, non per gli Stati Uniti o l’Europa, e soprattutto non per i molti ebrei calunniati da coloro che affermano falsamente di combattere in loro nome. Il suo unico profitto è il profitto mortale degli interessi petroliferi e dei produttori di armi.”. Inizia così la lettera di Boyer che analizza politicamente l’attuale situazione bellica: “Non è solo una guerra di missili e invasioni terrestri. È una guerra in corso contro il popolo palestinese, persone che hanno resistito durante decenni di occupazione, dislocazione forzata, privazione, sorveglianza, assedio, prigionia e tortura”.

Secondo la giornalista, la modalità di protesta più efficace per gli artisti e per gli intellettuali è il rifiuto attivo: “Non posso scrivere di poesia tra i toni ‘ragionevoli’ di coloro che vogliono acclimatarci a questa sofferenza irragionevole. Niente più eufemismi macabri. Niente più paesaggi infernali igienizzati verbalmente. Niente più bugie guerrafondaie. Se questa rassegnazione lascia un buco nelle notizie delle dimensioni della poesia, allora questa è la vera forma del presente”.

Boyer non è la prima, tra giornalisti, scrittori e intellettuali, a essersi schierata apertamente in merito al conflitto e ad aver di conseguenza deciso di presentare le proprie dimissioni. Come riporta Il Corriere della Sera, il 3 novembre scorso anche la scrittrice del Times Magazine Jazmine Hughes ha lasciato il giornale per cui lavorava. Hughes aveva firmato la lettera aperta di opposizione alla guerra di Israele a Gaza di Writers Against the War on Gaza che, secondo il Times, rappresentava una violazione delle politiche della redazione.

Writers Against the War on Gaza (WAWOG) è un collettivo impegnato nella solidarietà al popolo palestinese che riunisce scrittori, editori e altri operatori culturali. Si occupa anche di aiutare gli operatori dei media che hanno subito repressioni a causa della loro solidarietà a Gaza e alla Palestina in generale, oltre che di divulgare tutte le lettere e i documenti redatti da intellettuali contrari a tutto ciò che sta accadendo nella Striscia.

Foto: Ministero della cultura argentino

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