Il senso delle parole del Pontefice lo si ricava inquadrando le sue parole nella completezza del suo discorso, che era incentrato su un elogio della dedizione dei medici nei confronti dei pazienti, che al giorno d'oggi non è valorizzata né tutelata
“Oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio”. L’ultima di Papa Francesco è riservata a cani, gatti &co. Ricevendo i membri dell’Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani (Aooi) e della Federazione Italiana Medici Pediatrici (Fimp), il pontefice ha usato la figura retorica della preterizione (e non è un gioco di parole ad hoc, ndr): “Forse questo non dovrei dirlo ma lo dico: oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio. Il vostro compito è molto limitato, ma cresce quello dei veterinari! E questo non è un buon segnale”. Il senso delle parole del Pontefice lo si ricava inquadrando le sue parole nella completezza del suo discorso, che era incentrato su un elogio della dedizione dei medici nei confronti dei pazienti, che al giorno d’oggi non è valorizzata né tutelata.
Neanche a dirlo, però, le sue parole hanno subito dato il via ad un acceso dibattito sui social: “La società è cambiata, anche le esigenze, e cani e gatti oggi sono diventati ormai indispensabili. Specie nelle grandi città, dove regna l’anonimato, sono un antidoto alla solitudine”, ha ricordato Zaccaria Di Taranto, della Federazione Medici veterinari e vice segretario del Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica. “In ogni famiglia, principalmente per le persone anziane, c’è un cane. E poi le esigenze sono notevolmente cambiate rispetto a tanti anni fa”.