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Altri due giornalisti uccisi da un raid israeliano in Libano, l’emittente: “Attacco deliberato, nessuna coincidenza”

Continua a crescere ogni ora che passa il numero dei giornalisti uccisi dalle bombe sganciate da Israele dall’inizio del conflitto a Gaza. Mentre nella Striscia il numero dei reporter uccisi si mischia agli oltre 13mila civili vittime dell’invasione ordinata da Tel Aviv, sul fronte opposto, quello nord, al confine tra Israele e Libano, si è consumato un altro episodio che vede i giornalisti vittime dei razzi e dei droni dello ‘Stato ebraico’. Due reporter della tv al Mayadin, considerata vicina alle posizioni del partito sciita libanese Hezbollah, e il loro producer sono stati uccisi in un attacco dai cieli.

Una morte diversa da quella delle decine che si sono registrate nella Striscia, più simile a quella di Issam Abdallah, il giornalista di Reuters colpito da un razzo israeliano insieme ad altri colleghi nonostante indossassero i giubbotti antiproiettile con la scritta ‘Press‘ e che la stessa parola comparisse sul tettino della loro auto. Anche queste ultime vittime, tra le quali c’erano la corrispondente Farah Omar e il cameraman Rabih Maamari, indossavano protezioni con la scritta ‘Press’ in arabo e anche loro erano appostati con la loro telecamera in un’area aperta, senza strutture intorno, senza alcun intento di nascondersi dalla vista dei velivoli di Israele.

Nonostante questo, sono stati attaccati da un drone nella zona tra Tayr Harfa e Jebbin, nel settore occidentale della linea del fronte tra Hezbollah e Israele. “Questo attacco dimostra ancora una volta che non ci sono limiti ai crimini israeliani e che il loro obiettivo è mettere a tacere i media che ne denunciano crimini e attacchi”, ha dichiarato il premier libanese uscente Najib Miqati. Al-Mayadeen ha dichiarato che i suoi dipendenti sono stati “martirizzati da un infido attacco israeliano“, aggiungendo che si è trattato di un raid aereo. “Erano un bersaglio mirato. Non è stata una coincidenza”, ha detto Ghassan bin Jiddo, direttore del canale televisivo, trattenendo le lacrime durante una trasmissione in diretta. I due si uniscono ai “martiri di Gaza”, ha aggiunto. Il ministro dell’Informazione libanese Ziad Makary ha definito “oltraggioso” l’attacco ai giornalisti, mentre l’esercito israeliano ha dichiarato che sta indagando sulla questione. Sempre oggi Israele è stato anche accusato dell’uccisione di una donna di 80 anni in un’altra operazione.