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Claudio Marchisio risponde alle polemiche per la foto del suo piede: “Era la metafora dello schiacciare con la forza una vita. Noi uomini non dobbiamo più nasconderci”

Claudio Marchisio ha deciso di rispondere dopo essere stato travolto dalle critiche per il suo post di domenica, in cui si scaglia contro i femminicidi e i comportamenti tossici degli uomini, l’omicidio di Giulia Cecchettin

di Francesco Canino

“Le polemiche per la foto del mio piede? Era la metafora dello schiacciare con la forza una vita”. Claudio Marchisio ha deciso di rispondere dopo essere stato travolto dalle critiche per il suo post di domenica, in cui si scaglia contro i femminicidi e i comportamenti tossici degli uomini, l’omicidio di Giulia Cecchettin. Ad infiammare i commenti è stata però la foto scelta dall’ex centrocampista della Juventus e della Nazionale, con in primo piano il suo piede e più sfocata la sua faccia. E se le sue parole, una dura presa di posizione contro la volenza di genere, erano chiarissime, meno lo era il messaggio sotteso alla foto. Tanto che, in poche ore, gli sono piovuti addosso centinaia di commenti al vetriolo, ai quali ha risposto attraverso un’intervista al Corriere della Sera in cui precisa il senso delle sue parole. “Per me il piede era la metafora dello schiacciare con la forza una vita. Quella che va condannata è l’uso della fisicità dell’uomo, la forza fisica usata per fare del male”, ha sottolineato Marchisio, mantenendo il punto della sua scelta. “Non volevo sottolinearlo, ma per me il messaggio era questo: smettiamola di usare la forza per schiacciare vite. Tutte queste donne possono essere nostra mamma, una nostra amica o nostra sorella. Noi uomini non dobbiamo più nasconderci dietro tutto questo”.

Ma Marchisio va oltre, confermando la sua attitudine a prendere posizioni – come ha fatto più volte anche su temi al centro del dibattito, dal bullismo all’omofobia -, spiegando il suo punto di vista e spingendo gli uomini a metterci la faccia nella lotta contro la violenza contro le donne. “Siamo noi uomini che dobbiamo anche metterci la faccia. Per questo ho pensato di scrivere quello che ho scritto e di pubblicare questo post accompagnato non con una delle mille fotografie della povera Giulia, ma con una foto mia, perché come uomo, come persona, come padre e come figlio trovavo giusto metterci la faccia”, ha precisato ancora. Secondo Marchisio ci vogliono più dialogo, più confronto e una maggiore educazione già a partire dall’infanzia e dall’adolescenza.

E lo dice anche da padre di due figli maschi, di 14 e 11 anni: “Abbiamo riflettuto molto attorno a tutto quello che questa tragedia racconta. Soprattutto il più grande entra nell’età dei primi amori, e io mi raccomando dicendogli di ascoltare con molta attenzione tutti i messaggi e le parole che gli arrivano da una ragazza della sua età. Il nostro compito, come genitori, penso sia proprio quello di parlare, non ci sono alibi. È evidente che non si può e non è giusto nemmeno avere pieno controllo sulle vite dei figli, ma bisogna fare in modo che dentro le loro orecchie risuonino le responsabilità che hanno. La cattiveria, le atrocità ci abbracciano tutti i giorni e credo che mai come ora sia importante che anche loro riflettano presto sul senso della vita e dei rapporti umani”.

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