Un contratto di due anni con un obiettivo immediato, andare alle Olimpiadi di Parigi e magari tornare con una medaglia. E un occhio puntato già a quanto avverrà dopo. Julio Velasco ha firmato da oggi per l’incarico di allenatore della nazionale femminile di pallavolo, squadra che dovrà ricomporre dopo gli ultimi risultati sotto le aspettative: “Sento una grande responsabilità e sono molto contento di accettarla”, ha dichiarato. “Da oggi si volta pagina”, ha detto il presidente della Federazione italiana pallavolo Giuseppe Manfredi annunciando quello che è in realtà un ritorno: Velasco aveva lasciato l’incarico di direttore delle nazionali giovanili in estate, prima di accomodarsi per pochi mesi sulla panchina della Uyba Busto Arsizio, squadra delle serie A1 femminile, e torna ad allenare le azzurre dopo una breve esperienza tra 1997 e 1998.
Ricucire lo spogliatoio – Se in quegli anni, dopo aver portato gli azzurri a dominare nel mondo, la sua sfida era rendere l’Italvolley rosa una squadra competitiva, adesso la sfida è riportarla ai massimi livelli ricucendo quegli strappi avvenuti negli ultimi anni della gestione di Davide Mazzanti, con l’esclusione di alcune veterane e le prestazioni altalenanti della stella Paola Egonu: “Molti commenti sull’operato di Mazzanti sono stati ingiusti. È un grande allenatore e una bellissima persona. Ha avuto una situazione complicata e a volte, semplicemente, i cicli finiscono”.
Presentandosi oggi ai media, Velasco ha già posto alcune condizioni. “Ascolto tutti e continuerò ad ascoltare tutti, però…”, però pretende la disponibilità incondizionata alla maglia azzurra, come fatto con gli azzurri al suo arrivo nel 1989. Quindi una giocatrice “deve essere in nazionale perché è il massimo traguardo a cui può ambire. Tutti siamo importanti, nessuno è imprescindibile. È fondamentale che in una squadra ci siano i migliori giocatori, ma la disponibilità deve essere totale”. Il pensiero corre a Egonu, che in due occasioni aveva annunciato uno stop alle attività con la nazionale dopo gli screzi con Mazzanti. Velasco annuncia che farà attenzione alle esigenze personali delle atlete, ma mette le condizioni in chiaro: “Il ruolo di un allenatore è decidere”.
A chi chiede come gestirà la presenza di due giocatrici fortissime come Egonu e la giovane Ekaterina Antropova (20enne naturalizzata italiana ad agosto), fornisce una risposta delle sue: “Il problema è giocare con i giocatori scarsi. Avere due opposte (il ruolo di chi attacca dalla zona a destra, ndr) come Egonu e Antropova è la cosa migliore. Semmai voglio trovare più giocatrici che ricevano bene”.
I prossimi obiettivi – Le azzurre raggiungeranno i ritiri della nazionale dopo aver concluso il loro campionato e aver passato una settimana a riposo. Bisognerà affrontare il torneo della Volley Nations League per guadagnare punti utili per aggiudicarsi un posto alle Olimpiadi: “Dobbiamo vincere molte partite per essere qualificati. La Vnl va giocata il più possibile con la prima squadra, perché è l’unica possibilità per giocare partite che contano”. Una volta a Parigi, non sarà facile e lui non vuole creare eccessive aspettative. “Quello che posso fare io è creare una capacità di adattamento alla tensione”. Allenare la testa, affinché sia più forte, combattendo come fatto in passato contro la cultura degli alibi: “Ci saranno delle condizioni dure e bisognerà adattarsi. Parlate con i vostri nonni che hanno ricostruito l’Italia dopo la guerra e non sono finiti tutti dallo psicanalista. Bisogna superare i problemi, sopportare la stanchezza, la tensione, le aspettative”.
Uno staff di allenatori esperti, aperto alle donne – Velasco ha annunciato che nel suo staff, come suoi assistenti, ci saranno due allenatori di squadre di Serie A, Massimo Barbolini, allenatore della Savino Del Bene Scandicci e per anni il suo vice, e Lorenzo Bernardi, tra i più forti giocatori della “Generazione di fenomeni” e ora allenatore della Igor Novara. Sarà lui ad allenare le giocatrici non impegnate nella Volley Nations League e alle Olimpiadi: “Voglio un pezzo da novanta che pensi al domani”, ha aggiunto Velasco. Tra i cambiamenti che il nuovo ct vuole apportare, c’è l’introduzione di un numero maggiore di donne nello staff. Per ora si comincia con una fisioterapista, poi magari anche una dotteressa. “Vorrei alcuni membri dello staff che essendo donne si rapportano meglio con le ragazze, in un altro modo. Mi piacerebbe molto inserire un’allenatrice giovane”.
Il nodo del “doppio incarico” e le accuse del suo ex club – Per poter allenare la nazionale, Velasco ha dovuto dimettersi dall’Uyba Busto Arsizio, squadra che ringrazia “perché è stata l’unica squadra femminile a chiamarmi e a propormi un contratto in A1 quando tutti mi dicevano che il mondo femminile non avrebbe accolto un allenatore proveniente dal settore maschile”. Ieri sera è arrivata la rescissione del contratto. Il club di Busto Arsizio, dopo aver ottenuto l’appoggio delle altre società e della Lega volley femminile, sperava che la Federazione abolisse il divieto del doppio incarico in base al quale un allenatore della nazionale non può allenare un club. Così l’Uyba, la mattina della presentazione, ha lamentato la scarsa attenzione della Fipav nei suoi confronti e fatto presagire “azioni a sua tutela”. “Nessuno ha voluto togliere niente a nessuno – ha affermato il presidente Manfredi –. Dal consiglio Federale ho avuto il mandato per il no al doppio incarico. A Busto Arsizio noi abbiamo risposto, perché Julio quando ha firmato con il club aveva la possibilità di liberarsi in qualsiasi momento per andare in una nazionale”. Nessun problema, invece, per i ruoli di Barbolini e Bernardi. Il divieto di doppio incarico vale soltanto per il commissario tecnico e non per i vice.