“Non ho certezze sulle soluzioni di problemi così enormi. L’unica certezza che ho è che non si applaude dopo un funerale e che dopo la morte bisognerebbe fare un po’ di silenzio. Quindi, io non vorrei commentare i politici che commentano i delitti, perché non vorrei che i politici commentassero i delitti. I parenti delle vittime hanno il diritto assoluto e la libertà assoluta di dire quello che pensano e non credo che questo sia un delitto di Stato “. Sono le parole del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, intervenuto a Otto e mezzo (La7), sul caso dell’uccisione di Giulia Cecchettin, sulle polemiche relative alle dichiarazioni della sorella Elena e sull’annuncio di Giorgia Meloni in merito a una nuova legge che rafforzi le tutele per le donne in pericolo.
“Su questa tragedia – osserva Travaglio – ho le idee chiare sulla cultura che c’è dietro, ma non sulle soluzioni. Ogni volta che, di fronte a un fatto drammatico di cronaca come questo, sento dire che ci vuole una legge, nutro dubbi. Anche se cominciassimo a insegnare l’affettività nelle scuole, il mondo circostante alla scuola continuerebbe a bombardare i ragazzi con messaggi e modelli di riferimento opposti. E temo che vincerebbero questi”.
Il direttore del Fatto aggiunge: “C’è il fatto che bisogna arrivare sempre subito a tutto con facilità, che non si accetta il fallimento, che non si accetta un no, che non si accetta la libertà e la liberazione dell’altro, che non si accetta la fine di un rapporto. Non si capisce la differenza tra amore e possesso, si rifiuta l’idea del fallimento perché si pensa che una vita realizzata sia quella del successo o della “famoseria”, che è ancora peggio – continua – Se un’altra persona ti ha lasciato e sta per laurearsi, e quindi emanciparsi, ne soffri anziché esserne contento. Insomma, è una cosa talmente enorme e un male così assoluto che si nasconde dentro persone insospettabili e apparentemente normali che mi lascia con dei grandi punti interrogativi e poche certezze”.
E conclude: “Non credo che sia colpa del governo se ci sono i femminicidi. Non credo neanche che sia una questione di destra o di sinistra, perché i valori che si sono persi sono in parte di destra e in parte di sinistra. Quindi, tutte le culture politiche hanno fallito“.