Ha iniziato ad allungare le mani, l’ha baciata contro la sua volontà. Poi le richieste insistenti: “Non te ne devi andare. Devi venire a casa mia“. Le intimidazioni: “Ho due volti: uno buono e uno cattivo”. Infine le minacce: “Non andare via o ti faccio a pezzi“. E infine l’ha immobilizzata per non farla andare via. Un 23enne è stato arrestato in flagranza di reato a Milano dopo che la vittima degli abusi ha chiesto aiuto all’addetta di un fast-food con il gesto antiviolenza – ormai diffuso in tutto il mondo – cioè le quattro dita che chiudono il pollice dentro al pugno. Il 23enne, un senza fissa dimora di origini nordafricane, si trova ora nel carcere di San Vittore. Il pm Cristian Barilli chiederà la convalida dell’arresto al giudice per le indagini preliminari.
Secondo una prima ricostruzione della questura la ragazza, 19 anni, si trovava a Milano per un concerto e dopo aver trascorso qualche ora in una discoteca è rientrata verso mezzanotte e poi è uscita a fare due passi in piazza Duomo. Qui ha incontrato e conosciuto un gruppo di ragazzi e ragazze con cui si è fermata a chiacchierare. I giovani poi uno ad uno se ne sono andati e la ragazza è rimasta in compagnia del 23enne. Si sono incamminati verso piazza della Scala e si sono seduti su una panchina a parlare. E’ stato a quel punto, secondo il racconto della vittima, che il 23enne ha cambiato atteggiamento: ha tentato di toccare la giovane e ha cominciato ad insistere per trattenerla e costringerla ad andare a casa di lui. La 19enne, spaventata, lo ha seguito, ma mentre stavano camminando lungo via Torino ha chiesto di andare in bagno in un McDonald’s che stava chiudendo. Una volta dentro il locale ha compiuto il gesto antiviolenza facendosi notare da una dipendente del negozio la quale ha capito subito: ha chiamato la polizia e ha seguito i due. All’altezza delle Colonne di San Lorenzo una pattuglia ha bloccato la coppia e la giovane ha confermato ai poliziotti cosa stava accadendo.