Carattere di ferro, forgiato da un’assenza paterna gestita a petto in fuori che nemmeno un soldato, spiegò di aver vissuto in una famiglia matriarcale e che la vittoria di Miss Italia la colse “seduta in un angoletto mentre leggeva Salgari: in un giorno sono cresciuta e mi sono fatta donna"
“Miss Italia? Un inciampo di percorso”. “Non mi definirei una persona fragile, mentirei”. Anna Kanakis, morta a 61 anni dopo una malattia fulminante scoperta solo sette mesi fa, era una donna di talento, di carattere e di grande spirito. Modella, attrice, infine scrittrice, ha sempre messo in conto fin da quando era ragazzina gioie e dolori, successi e limiti, del proprio avvenente fascino. A 15 anni diventa nientemeno che Miss Italia. Alta 1,85, mora e con occhi magnetici che polverizzano sguardi e attenzione, Kanakis intraprende la carriera di modella, gareggia a Londra per il titolo di miss Mondo quando ancora è minorenne, anche se sono un altro paio di occhi, anzi di occhiali, quelli di Giuseppe Tornatore a guardare e sentenziare: perché non fai cinema? Hai la scintilla. Siamo sul finire degli anni settanta. E non è Tornatore a farla esordire, ma i set della commedie sexy italiane. Ufficialmente Kanakis è una ragazza abbordata in discoteca da Domenico (Tuccio Musumeci) nel film Bello di mamma (1980) di Rino di Silvestro.
Compare nella celebre commedia demenziale di Castellano&Pipolo, Attila Flagello di Dio (1982), apparendo a seno nudo a Diego Abatantuono in mezzo al mare come ammaliante sirena. Anche se è in Acapulco, prima spiaggia a sinistra ad avere una particina più strutturata, con parecchie battute, verso la fine del film nella parte di una ragazza napoletana che abborda assieme a un’amica i due protagonisti squattrinati, Gigi e Andrea, che fingono di essere due ricchi signori. E’ la capitana dei guerrieri Euriac del fantascientifico 2019- Dopo la caduta di New York, opera di Sergio Martino che sfida frontalmente nientemeno che 1999 Fuga da New York di Carpenter (Martino ha sempre dichiarato di aver scritto prima la sceneggiatura ndr); poi ancora è una brigantessa in O’ Re assieme a Giancarlo Giannini e Ornella Muti; e figlia di Sordi/Arpagone ne L’avaro di Moliere di Luigi Magni tratto da Moliere.
Kanakis si prenderà una pausa dal cinema per alcune comparsate in tv come ne Il maresciallo Rocca o ne La famiglia Ricordi, diretta dal grande Mauro Bolognini, pochi anni prima della sua morte. Nel 1998 cede alle lusinghe dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, finendo responsabile nazionale del Settore Cultura e Spettacoli dell’UDR, uno dei tanti partiti frammento nati dall’implosione della DC. Kanakis, greca cretese da parte di padre e sicula di madre, non si è mai tirata indietro di fronte a nulla, affrontando ogni impegno da quello più frivolo a quello più formale con serietà e forte senso di abnegazione.
Carattere di ferro, forgiato da un’assenza paterna gestita a petto in fuori che nemmeno un soldato (“ci sono genitori che non amano i loro figli, non è niente di così agghiacciante, è la realtà della vita”), spiegò di aver vissuto in una famiglia matriarcale e che la vittoria di Miss Italia la colse “seduta in un angoletto mentre leggeva Salgari: in un giorno sono cresciuta e mi sono fatta donna”. Una passione, quella per la letteratura poi diventata realtà con la pubblicazione di tre romanzi: nel 2010 Sei così mia quando dormi – L’ultimo scandaloso amore di George Sand (Marsilio); L’amante di Goebbels (2011, sempre Marsilio); Non giudicarmi (Baldini+Castoldi, 2022). Per ogni romanzo la storia di una focosa passione d’amore dal punto di vista di personaggi storici realmente esistiti, femminili ma soprattutto maschili. “L’amore non ha sesso”, ripetè in una recentissima intervista televisiva, quando apparve con lei, il secondo amatissimo marito, il veneziano Marco Merati Foscarini, discendente di uno degli ultimi Dogi della Serenissima. Nessun figlio tra i due, ma un rapporto che a conoscenti e amici è sempre sembrato di grande affetto e sentimento.