Il gruppo Enel, controllato al 30% dal ministero del Tesoro, venderà impianti e centrali elettriche che controlla in Perù. L’annuncio è arrivato oggi nel corso dell’illustrazione della strategia per i prossimi tre anni. L’acquirente è Niagara Energy, società peruviana controllata dal fondo di investimento britannico Actis che pagherà circa 1,3 miliardi di euro. I soldi serviranno ad Enel per ridurre il suo debito che oggi supera i 60 miliardi di euro. La società guidata da Flavio Cattaneo ha inoltre annunciato che pianifica investimenti triennali da quasi 36 miliardi di euro. La metà degli investimenti, per l’esattezza il 49%, saranno realizzati in Italia. Gli investimenti, ha spiegato l’amministratore delegato, verranno concentrati, “in aree caratterizzate da rendimenti visibili, un quadro regolatorio remunerativo nonché contesti macroeconomici e politici stabili, con il 49% degli investimenti lordi in Italia, il 25% in Spagna, il 19% in America Latina e il 7% in Nord America”.

Nel 2026, si prevede che l’Ebitda ordinario (vale a dire in sostanza la differenza tra i ricavi e i costi del gruppo prima che vengano pagati interessi, tasse ed ammortamenti, ndr) di Enel aumenti fino a un valore compreso tra 23,6 e 24,3 miliardi di euro (era 20 miliardi nel bilancio 2022, ndr) e che l’utile netto si collochi tra 7,1 e 7,3 miliardi (5,4 miliardi nel 2022, ndr). Enel, spiega ancora il management, mira a “una politica dei dividendi semplice e attrattiva, con un dividendo per azione fisso minimo pari a 0,43 euro per il periodo 2024-2026, con un aumento potenziale fino a un payout del 70% sull’utile netto ordinario in caso di raggiungimento della neutralità dei flussi di cassa”.

“La strategia che annunciamo oggi punta a trasformare il Gruppo Enel in un’organizzazione più snella, flessibile e resiliente, pronta per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che possono presentarsi in futuro”, afferma Cattaneo spiegando che “nei prossimi tre anni adotteremo un approccio più selettivo negli investimenti, per massimizzare la redditività e minimizzare i rischi”, “la disciplina finanziaria sarà il fondamento della nostra strategia”. “Ci concentreremo sui nostri Paesi core, puntando sulle reti, le energie rinnovabili e la creazione di valore nel segmento clienti” aggiunge.

Sul fronte della sostenibilità ambientale, Enel intende proseguire con la riduzione delle proprie emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra, in linea con l’Accordo di Parigi e con lo scenario di 1,5 gradi (limite di aumento della temperatura media globale rispetto al periodo preindustriale, ndr), come certificato dalla Science Based Targets initiative (“SBTi”). Il gruppo conferma quindi “l’obiettivo di chiudere tutti i rimanenti impianti a carbone entro il 2027, previa autorizzazione delle autorità competenti”. Per quanto riguarda la riconversione degli impianti a carbone, il Gruppo valuterà “le migliori tecnologie disponibili, sulla base delle esigenze indicate dai gestori delle reti di trasmissione. Il Gruppo conferma la sua ambizione di raggiungere zero emissioni in tutti gli Scope entro il 2040”. Enel possiede quattro centrali a carbone, a Fusina (Venezia), Brindisi, Civitavecchia e Portovesme (Carbonia-Iglesias). La crisi innescata dalla guerra in Ucraina ha indotto Enel ad aumentare la produzione di elettricità di questi impianti.

Più in generale nelle rinnovabili il gruppo ha pianificato investimenti lordi pari a circa 12,1 miliardi di euro tra il 2024 e il 2026 e le decisioni di investimento saranno “più selettive, mediante la diversificazione di tecnologie e Paesi, il miglioramento dei rendimenti e la riduzione dei rischi, anche facendo leva su partnership”. Lo spiega il gruppo nella strategia 2024-2026 precisando che punta a investire su eolico onshore, solare e batterie di accumulo. “Un fattore chiave – spiega Enel – sarà l’innovazione, facendo ricorso al repowering per aumentare l’efficienza degli impianti e ridurre i costi di generazione, oltre che alle batterie di accumulo per migliorare la flessibilità del sistema elettrico e la gestione dei carichi”.

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