I valsesiani dipinti come rozzi e ubriaconi non ci stanno e si arrabbiano. Paolo Cognetti, e il suo ultimo romanzo Giù nella valle (Einaudi) sono finiti nel mirino degli abitanti della Valsesia. Tutto è accaduto poco dopo l’ospitata di Cognetti a Radio Deejay. E sia chiaro, Cognetti non ci è andato per il sottile. Durante la trasmissione radiofonica lo scrittore milanese ha definito la Valsesia, sfondo ambientale e culturale del romanzo, anzi vero e proprio elemento costitutivo della trama, come un luogo dove “piove sempre ed è soprannominata ‘il pisciatoio d’Italia’, ma io le voglio bene”. E ancora: “Una valle più sporca, più rovinata, industrializzata, quasi una periferia urbana, dove Milano e Vercelli allungano i loro tentacoli. Ci sono il bowling, i cementifici, le cave…”. Apriti cielo.
Il presidente dell’Unione montana Francesco Pietrasanta ha diffuso un comunicato intitolato “Delirio Cognetti”: “Nella valle più verde d’Italia, i cui boschi si stagliano alle pendici del massiccio del Monte Rosa, mentre il Sesia scende tra due rive che alternano pittoreschi villaggi ad operose cittadine, c’è amarezza ed incredulità: lo scrittore milanese Paolo Cognetti ambienta in Valsesia il suo romanzo “Giù nella valle” e… no, non ha belle parole per questa terra di selvaggia bellezza e di uomini forti, che hanno saputo fare la storia nell’arte come nell’industria, nell’artigianato come nello sport”. “Cognetti dipinge la nostra Valsesia con parole offensive – ha spiegato Pietrasanta – che denotano una evidente scarsa conoscenza della nostra realtà, che utilizza per le sue esigenze narrative senza alcun rispetto per la storia di questo territorio e dei suoi abitanti. Fa male, e fa molto arrabbiare, leggere parole così sprezzanti”. Infine: “Lui che scrive di montagna, venga a conoscere la Valsesia. Troverà uomini e donne forti e impegnati, aperti al mondo ed ospitali, ed una terra dove il sole illumina boschi rigogliosi, piste da sci con impianti all’avanguardia, cittadine che offrono elevati standard di qualità della vita”.
In realtà Cognetti vive da parecchio tempo in una baita che si è costruito da solo nell’alta Val d’Ayas, in Valle d’Aosta, e ha più volte spiegato di essere sceso e aver frequentato la vicinissima Valsesia per poi ambientarci Giù nella valle che proprio nella complessa integrazione tra montanari e uomini di città porta a far emergere uno dei conflitti più riusciti e stridenti del romanzo.